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Ecosistemi al collasso e salute globale a rischio: il bilancio 2020 del WWF

Ecosistemi al collasso e salute globale a rischio: il bilancio 2020 del WWF

Il bilancio dell’anno che si chiude oggi è nero, afferma il WWF, «la più grande organizzazione mondiale per la conservazione della natura». Il 2020, infatti, «ha sconvolto il pianeta» – non solo per la pandemia da coronavirus – e ha «squarciato il velo sulla crisi ecologica». Numerosi sono stati gli indicatori del modificato equilibrio tra essere umano e ambiente: i mega-incendi australiani come conseguenza diretta dell’innalzamento delle temperature e i roghi di agosto in California; la progressiva «fusione» del continente antartico a causa di ondate di calore mai registrate prima; la devastazione degli ecosistemi con il conseguente «effetto boomerang» della proliferazione di nuovi virus e nuove malattie come sars, mers, ebola, zika, febbre aviaria, ecc.; il tentativo della natura animale e vegetale di riconquistare spazi urbani abbandonati dalle attività umane durante il lockdown della primavera scorsa; la drammatica e progressiva riduzione della biodiversità sul pianeta, con la scomparsa del 68% delle popolazioni selvatiche di mammiferi, uccelli, rettili, anfibi e pesci in 50 anni; la selvaggia deforestazione dell’Amazzonia, che da sola accoglie il 10% della biodiversità terreste. Il WWF elenca in 12 capitoli l’inquietante questione climatica e ambientale globale, evidenziando anche le debolezze della politica europea e Onu: «Una carrellata di avvenimenti che hanno messo in evidenza in modo drammatico come gli ecosistemi del nostro Pianeta siano, ormai, al limite e come questo influisca in modo diretto sulla nostra salute, sulla nostra sicurezza e sulle nostre vite». E che dimostrano, ancora una volta, che la salute umana è direttamente legata alla salute del pianeta. È tempo di «fare pace con la natura», suggerisce il l’organizzazione, perché «niente su questo Pianeta ci è indifferente: la crisi climatica, la scomparsa delle foreste, la distruzione degli ecosistemi, l’estinzione di specie e habitat, i nostri consumi e la produzione insostenibile di cibo hanno un effetto boomerang sulle nostre vite. Non c’è più tempo per discussioni infinite su impegni che non si trasformano mai in fatti; non c'è più tempo per politiche attendiste o sbagliate; non abbiamo più tempo per costruire un futuro sostenibile in cui ricostruire la natura che abbiamo perso».

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