
Scelte sostenibili, scelte di felicità. "Africa" intervista Grammenos Mastrojeni
I cambiamenti climatici, prima o poi, li pagheremo tutti, ma i Paesi più poveri, quelli paradossalmente meno responsabili dell’inquinamento e del riscaldamento globale «pagano più caro e pagano per primi». Lo dice Grammenos Mastrojeni – esperto di politiche ambientali, autore del libro Effetti farfalla appena edito da Chiarelettere – in una video-intervista rilasciata alla rivista dei padri bianchi Africa. Il fatto però che società e contesti geografici più fragili siano maggiormente esposti ai danni causati dai cambiamenti climatici «non ci deve egoisticamente lasciare tranquilli perché la loro destabilizzazione mette in moto tutta una serie di conseguenze che riguardano anche noi». Basti pensare all’immigrazione climatica, o all’assenza di mercati e di produzione per le economie globali.
Il tempo per il cambiamento sta per concludersi, avverte l’autore, perché se si superano alcune soglie «si mettono in motto meccanismi interni alla biosfera che poi portano il riscaldamento ad accelerare da solo». Qualora si innescassero questi «cicli perversi» gli scenari che si prospetteranno saranno, avverte Mastrojeni, «assolutamente incompatibili con la società organizzata. Aumenti di temperatura di 4 gradi significano la perdita di 8 specie su 10 presenti in natura, significa che anche quella natura che ci dava da mangiare non ci sarà più».
L’esperto di politiche ambientali invita a iniziare dal piccolo, dalla sfera individuale: «Cambiare modello di vita, anche perché il modello di vita compatibile con l’ambiente, che lo salva e previene la catastrofe è quello di una vita più felice». Nodo centrale del libro Effetti farfalla è infatti l’interdipendenza tra stili di vita e questione climatica: «Eventi anche molto piccoli possono, in una catena di conseguenze, provocare cambi generali dello stato del sistema», afferma l’autore spiegando l’effetto farfalla. E così, l’inversione di rotta nella crisi climatica parte proprio dalla consapevolezza di ognuno di essere gocce nell’oceano, apparentemente insignificanti ma cruciali, perché «il sistema trasforma le nostre gocce positive in autentici tsunami». Un esempio su tutti: decidendo di mangiare carne in minore quantità e di migliore qualità, spiega Mastrojeni, il cittadino incide positivamente su una ventina-trentina di ambiti concatenati (riduzione dell’allevamento intensivo, meno inquinamento, meno incendi alle foreste, rivitalizzazione del commercio di prossimità, ecc.). «Il piccolo gesto individuale – chiarisce nell’intervista – oltre a far bene a noi, ci mette in relazione con la natura, che è nostra e non solo del sistema, e poi ha un impatto straordinario, moltiplicato in maniera quasi infinita dal sistema che lo riceve e ce lo riflette su tantissimi piani».
I modelli economici del passato, ancora sedimentati, spingono sulla produzione e sul consumo come motori della società, del lavoro e del benessere. «Ora la scienza economica è evoluta e ci ha fatto capire che non c’è nessuna incompatibilità tra una condotta che rispetta l’ambiente e la creazione di ricchezza, crescita e sviluppo». Anche la finanza, in passato considerata il nemico numero uno dagli ambientalisti, sta spostando soldi su investimenti sostenibili, perché sicuramente fanno bene ma anche (e soprattutto) «perché rendono molto di più». Oggi quindi le condizioni sono propizie.
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