
Deforestazione globale: cause, misure e proposte in uno studio del WWF
“Fronti di deforestazione: cause e risposte in un mondo che cambia” è il nuovo report globale del WWF, che «identifica e analizza i 24 principali fronti di deforestazione concentrati in 29 Paesi di Asia, America Latina e Africa» e che avverte sui rischi che corrono le aree forestali nelle aree tropicali e subtropicali.
Circa 8mila anni fa, la metà della superficie terrestre era ricoperta di foreste, ma oggi quel 50% si è ridotto al 30% con ritmi di decrescita sempre crescenti, denuncia l’organismo ambientalista. E questo accade «soprattutto nei luoghi che ospitano alcune delle comunità umane più vulnerabili al mondo e dove si concentra una elevata biodiversità in pericolo». In particolare, sottolinea il rapporto, tra il 2004 e il 2017 è andata in fumo un’area forestale di 43milioni di ettari, una superficie equivalente a circa una volta e mezzo l’Italia.
Il rapporto identifica le cause dirette della deforestazione – in particolare l’agricoltura, le attività di estrazione delle risorse minerali, il mercato del legname, la realizzazione di infrastrutture, la speculazione edilizia – ma anche le iniziative a livello politico, nazionale e sovranazionale, e a livello di stili di vita individuali.
Nel documento “Fronti di deforestazione” grande importanza è riservata alla proposta: In particolare invoca una serie di iniziative inderogabili che governi e imprese dovrebbero mettere subito in campo: «Assicurare i diritti delle popolazioni indigene e delle comunità locali affinché possano trarre sostentamento dei propri territori e rafforzare il loro ruolo nella gestione delle foreste»; «assicurare la conservazione delle aree ricche di biodiversità»; «garantire che i prodotti provenienti dallo sfruttamento degli ecosistemi forestali siano sostenibili e frutto di attività lecite»; «assicurare che le filiere di approvvigionamento delle aziende siano il più possibile sostenibili e incoraggiare un maggior numero di aziende e istituzioni finanziarie a impegnarsi per un obiettivo “zero deforestation”»; «creare politiche e leggi che garantiscano che tutti i prodotti forestali importati – ma anche gli strumenti finanziari – siano liberi dalla deforestazione e dalla conversione dell'ecosistema, e che rispettino i diritti umani».
Il WWF chiede inoltre «di porre fine alla perdita di ecosistemi naturali come le foreste e di dimezzare gli impatti negativi determinati dalla produzione e dai nostri consumi» e ribadisce che «la crisi che stiamo vivendo può diventare un grido d'allarme per fermare la perdita della natura e salvaguardare le foreste, una delle risorse naturali più preziose del nostro mondo».
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