
Mani rosse antirazziste: «il corridoio umanitario Libia-Italia è una goccia nell’oceano della disperazione, occorre affrontare le cause strutturali»
ROMA-ADISTA. «Diverse associazioni hanno chiesto alla ministra degli Interni di affrettare il piano di evacuazione di qualche centinaio di persone dalla Libia, ma si tratta di una goccia d'acqua nell’oceano della disperazione».
Il gruppo Mani rosse antirazziste, che da anni manifesta silenziosamente davanti al Viminale con le mani tinte di rosso per denunciare le politiche contro i migranti e in particolare la chiusura dei porti, esprime un parere critico nei confronti della lettera che alcune associazioni (fra cui Mediterranea Saving Humans e Alarm Phone, in prima linea nel soccorso ai profughi nel mar Mediterraneo, e Babobab Experience, che a Roma da anni lavora con le persone migranti abbandonate dalle istituzioni) hanno inviato lo scorso 12 gennaio alla ministra Lamorgese per chiedere l’apertura di un corridoio umanitario dalla Libia verso l’Italia (v. https://www.adista.it/articolo/64813).
«Non si possono chiamare queste operazioni con l'impegnativo nome di corridoi umanitari, in quanto un vero corridoio umanitario consentirebbe l'evacuazione di tutti i migranti e profughi imprigionati nei lager libici», si legge nel comunicato di Mani rosse antirazziste. « Il governo, che da un lato finanzia la fuoriuscita di poche centinaia di persone dalla Libia, dall'altro finanzia il governo fantoccio, guidato da uno dei signori della guerra, perché con ogni mezzo possibile blocchi i profughi affinché non raggiungano le coste italiane. La legge sicurezza della ministra Lamorgese impone a chi salva i naufraghi al largo della Libia di collaborare con la sedicente Guardia Costiera Libica (che probabilmente chiederebbe la consegna dei fuggitivi) e se ci si rifiuta di farlo scatta una denuncia penale.
Evitiamo di farci strumenti di propaganda di chi cinicamente ed ipocritamente ha responsabilità dirette in questa situazione. I dannati della terra sono costretti alla fuga a causa di crisi spesso provocate dai governi europei. Saggezza vorrebbe che si denunciassero senza censure queste inconfutabili responsabilità e che si agisse per risolvere le cause strutturali che spingono milioni di persone a rischiare la vita cercando la salvezza in Italia e in Europa».
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