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Imminente l'arrivo del papa in Iraq. La gioia degli iracheni potrebbe essere

Imminente l'arrivo del papa in Iraq. La gioia degli iracheni potrebbe essere "contagiosa"

All'insegna del motto "Siete tutti Fratelli", il viaggio di papa Francesco in Iraq inizierà venerdì 5 marzo e avrà termine l’8. La visita del pontefice rappresenta, da una parte, un sostegno spirituale molto forte e incoraggiante ai cristiani rimasti nel Paese (300.000, un quinto del totale prima del 2003) e, dall’altra, la chiara volontà di questo pontefice di costruire ponti con il mondo musulmano.

Si recherà a Najaf, una delle località più sacre dell'islam sciita, dove incontrerà il Grande Ayatollah Sayyd Ali Al- Husaymi Al –Sistani; poi a Nassirya, dove parteciperà a un Incontro interreligioso presso la Piana di Ur; il 7 marzo sarà nella Piana di Ninive, in particolare a Mosul, città per anni nelle mani del sedicente Stato islamico - che ha utilizzato le chiese, ormai in gran parte distrutte, come tribunali e luoghi di detenzione -dove è prevista una preghiera in suffragio delle vittime della guerra presso Hosh al-Bieaa, la piazza della chiesa. Da qui si trasferirà nella città assira di Qaraqosh, a pochi chilometri da Mosul, occupata dallo Stato Islamico fino al 2016, precisamente nella Chiesa dell'"Immacolata Concezione" per la visita alla comunità di Qaraqosh a cui rivolgerà un discorso.

Tutto ciò in tempo di Covid, la grande ipoteca. Perché, se è vero che il Vaticano ha preso le sue precauzioni, vaccinando l’anziano papa, i 20 membri del suo entourage e gli oltre di 70 giornalisti al seguito sull'aereo papale, è altrettanto noto che gli esperti di malattie infettive esprimono preoccupazione per l'imminente presenza del pontefice in Iraq, data l'inevitabile probabilità che gli iracheni si affollino per vederlo, mentre sta avendo un’impennata il contagio da coronavirus nella variante inglese e il sistema ospedaliero è al collasso, devastato da guerre, crisi economiche e esodo di professionisti.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità è stata diplomatica – ricorda il quotidiano indiano in lingua inglese The Tribune India di ieri 28 febbraio – quando è stata interrogata sulla saggezza di un viaggio papale in Iraq, dicendo che i Paesi dovrebbero valutare il rischio di un evento in situazione di pandemia. «Si tratta di esaminare la situazione epidemiologica nel Paese e quindi assicurarsi che, se tale evento si verificherà, possa avvenire nel modo più sicuro possibile», ha detto Maria Van Kerkhove, responsabile tecnico dell'OMS su COVID-19.

«Non penso sia una buona idea», ha detto In un'intervista telefonica col quotidiano indiano, il dottor Navid Madani, virologo e direttore fondatore del Center for Science Health Education in Medio Oriente e Nord Africa presso il Dana-Farber Cancer Institute della Harvard Medical School. Il medico ha sottolineato che i mediorientali sono noti per la loro ospitalità e ha avvertito che l'entusiasmo tra gli iracheni di accogliere un pacificatore come Francesco in una parte del mondo trascurata e dilaniata dalla guerra potrebbe portare a violazioni involontarie delle misure di controllo del virus.

*Foto tratta da Flikcr, immagine originale e licenza

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