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«Chimera o realtà?». Editoriale di

«Chimera o realtà?». Editoriale di "Aggiornamenti Sociali" sul governo Draghi

Entusiasmo diffuso, ma anche perplessità e confusione, hanno accompagnato la nascita del nuovo esecutivo guidato da Mario Draghi dopo una crisi politica le cui ragioni restano per molti ancora inafferrabili. Nell’editoriale di marzo di Aggiornamenti Sociali, il gesuita direttore Giacomo Costa si chiede: «Siamo di fronte a un laboratorio per il rinnovamento politico del Paese o stiamo inseguendo una chimera?». Certo è che – dopo anni di «politica pop» dominata da figure come Berlusconi e Renzi e caratterizzata da estrema personalizzazione e consensi ottenuti puntando alla pancia del Paese – pare che il nuovo modo di fare politica, inaugurato da Draghi in piena pandemia, possa promettere una fase di disintossicazione e rinnovamento della politica italiana. Sono molte le domande che attendono risposta di questo passaggio istituzionale: l’immagine della chimera, come creatura formata da parti di animali diversi, apre all’interrogativo sulla nuova formazione di governo: un’accozzaglia di individualismi in contrasto tra loro o realtà diverse che sacrificano identità e posizioni manichee in vista del bene comune?

Al dì là delle intenzioni del nuovo esecutivo, Costa si chiede anche «quale può essere credibilmente il grado di stabilità di questa evoluzione», quanto le parti che lo compongono saranno in grado di aderire e cooperare al nuovo progetto comune oppure intenderanno logorarlo dall’interno per farsi strada in vista di elezioni future. Secondo il direttore, «nemmeno per il Governo Draghi sarà possibile soddisfare tutte le attese, o introdurre tutti i cambiamenti che ogni partito ha sbandierato per motivare la propria adesione. Certo, nessuno vorrà passare per quello che mette i bastoni tra le ruote a Draghi, e quindi alle residue speranze del Paese, ma neppure pagare un prezzo troppo alto in termini di frustrazione del proprio elettorato o rischiare lotte intestine, fronde o scissioni al proprio interno. La mediazione sarà necessità quotidiana, sfidando i partiti e i loro leader a tirare fuori quanto di leone c’è in ciascuno di loro».

Con il tempo, dice Costa, tutto sarà più chiaro, le prossime sfide saranno occasione per aderire al progetto di rinnovamento o per «piantare bandierine», portando ad una nuova paralisi di governo. «I nodi verranno al pettine quando si dovranno indicare le priorità concrete, ad esempio per articolare occupazione, sostegno del tessuto produttivo, transizione ecologica e digitale. O quando bisognerà provare a “sminare” questioni trasformate in bandiere identitarie: la giustizia, con il nodo della prescrizione; il welfare, con il reddito di cittadinanza e il sistema pensionistico; i dossier Alitalia e Autostrade, con l’alternativa tra statalismo e soluzioni di mercato. E tante altre».

L’editoriale propone, in queste prime battute dell’attività del nuovo governo, un atteggiamento vigile, lasciando aperte le legittime domande e perplessità sulla nuova formazione ma senza chiudere subito con giudizi tranchant. «Ancora non sappiamo quali risultati potrà conseguire il Governo Draghi – conclude Costa – e quindi quale valutazione ne daremo. Quello che fin da oggi ci offre è l’opportunità di uno squarcio di lucidità collettiva, che non possiamo permetterci di non cogliere».

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