
Una Lettera aperta denuncia il «mostruoso governo genocida di Bolsonaro»
«Il Brasile grida aiuto», scrivono teologi, religiosi personaggi in vista del mondo della politica e dello spettacolo, insieme a migliaia di cittadini e cittadine, in una “Lettera aperta all’umanità” (qui l'originale, qui la traduzione di Pressenza) dai toni fermi e diretti. I firmatari attaccano frontalmente il presidente brasiliano, Jair Bolsonaro, definendolo un «genocida» circondato da una «banda di fanatici guidati dall’irrazionalità fascista», un «uomo senza umanità» che «nega la scienza, la vita, la tutela dell’ambiente e la compassione», animato solo da potere e odio.
In Brasile tutto concorre al «collasso intenzionale del sistema sanitario»: la superficialità nella campagna vaccinale e nelle misure preventive di base si unisce alla «totale assenza di una politica sanitaria», e così il virus muta e dilaga nel Paese.
Inoltre, denunciano ancora i firmatari della Lettera, «assistiamo con orrore allo sterminio sistematico della nostra popolazione, soprattutto dei poveri, dei quilombolas e degli indigeni. Siamo diventati una “camera a gas” a cielo aperto».
Alle istituzioni nazionali, ai vescovi brasiliani e alla comunità internazionale, la “Lettera aperta all’umanità” chiede di «condannare urgentemente la politica genocida di questo governo che minaccia la civiltà», in Brasile e nel mondo intero. «Vida acima de tudo, Che la vita al primo posto!».
Tra gli altri, hanno firmato la Lettera aperta p. Julio Lancelotti, Leonardo Boff, Adolfo Pérez Esquivel, Gilberto Gil, Dilma Roussef, Frei Betto, dom Mauro Morelli e Marcelo Barros.
È possibile aderire e firmare la "Lettera aperta all'umanità"
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