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Un Gesù senza Cristo per una fede senza religione? Un libro prosegue il dibattito

Un Gesù senza Cristo per una fede senza religione? Un libro prosegue il dibattito

Tratto da: Adista Notizie n° 11 del 20/03/2021

40587 ROMA-ADISTA. Un nuovo lavoro sul Gesù storico arricchisce il dibattito che da ormai diversi anni si è riacceso sul tema, sia sul versante della ricerca biblica e teologica, sia su quello degli studi di storia del cristianesimo. A scriverlo è Vincenzo Pezzino, già docente universitario alla Facoltà di Medicina di Catania, impegnato nel movimento Pax Christi e nelle attività del coordinamento provinciale di Libera, da molti anni interessato alla ricerca gesuana, da quando – racconta – si accorse che sempre più spesso il Gesù raccontato dalla tradizione e dall’insegnamento cattolico non coincide con la figura che emerge dagli studi di carattere scientifico. Pezzino, da credente, ha voluto approfondire esattamente questa discrasia, spogliandosi della identità di credente per cercare di approfondire il tema da una prospettiva esclusivamente storico-critico. Il suo libro si intitola Gli enigmi di Gesù di Nazareth. Un approccio storico: insegnamenti, saggezza e consigli di un profeta ebreo di Galilea (2021, Aldo Primerano edizioni, pp. 98, euro 12: il libro può essere richiesto ad Adista, tel. 066868692; email: abbonamenti@adista.it; o acquistato presso la nostra libreria online, www.adista. it) e si inserisce nel dibattito che nel mondo cristiano (ma non solo) va avanti da anni e che Adista segue puntualmente (recentemente su Adista Segni Nuovi nn. 8 e 10/2021). Da tempo infatti, sull’interpretazione storico-critica della Bibbia e più in generale sulle prospettive del cristianesimo alla luce delle recenti acquisizioni in campo scientifico si confrontano due fondamentali scuole di pensiero: ci sono studiosi che tentano di rendere il nucleo del cristianesimo tramandato nel corso dei secoli compatibile con le acquisizioni della scienza e della cultura contemporanea. Altri che ritengono che il modello teista sia ormai superato. E che al teismo non si oppone necessariamente l’a-teismo, ma il post-teismo: si può cioè alimentare la fede, senza sacralizzarla né accoglierla dentro un “modello” che appare superato (rivelazione, sacramenti, dogmi, ecc.). Distinguono la religione dalla fede e ritengono che le religioni così come le conosciamo oggi sono destinate a lasciare spazio a una spiritualità che non sia più legata alle espressioni culturali e religiose di cui si è rivestita fino a oggi. Piuttosto, che riporti al centro del suo essere quel sentimento di trascendenza che, per millenni collocato su una sfera soprannaturale, porti oggi ciascuno a scoprire e valorizzare la sua umanità più completa. Sull’esempio di Gesù di Nazareth, di cui la natura divina, così come il senso tradizionale, è ormai messa in discussione. Gli oppositori di questa visione ritengono che questo approccio spinga a ritenere Gesù niente altro che un maestro di etica e un testimone di vita. E che senza i dati contenuti nelle più antiche confessioni di fede, senza la fede di Paolo e dei primi cristiani, il cristianesimo come tale non esista più, perché scompare il suo kerygma originale.

Certo, i presupposti teorici di entrambe le scuole di pensiero sono le stesse. Li sintetizza assai bene Pezzino, nella sua introduzione: «Alla profonda crisi che attraversa oggi il cristianesimo nei Paesi occidentali, specialmente tra i giovani, contribuisce certamente, insieme a fattori sociali e culturali della modernità, anche un impianto dottrinario percepito come obsoleto, fondato su aspetti mitologici difficilmente accettabili, in contraddizione con la storia e, in un certo senso, anche con la scienza in generale. In breve, il cristianesimo curiale e tradizionale non solo non è più interessante, ma non è più neanche attendibile nei confronti del cammino umano». Ciononostante, la tradizione religiosa continua a avere un forte impatto sulla vita quotidiana: «Apparati ecclesiastici, sacramenti, feste e riti religiosi, morale e insegnamento cristiani, aspetti di fede, siano essi autentici o consuetudinari, ce lo ricordano continuamente». Le diverse modalità con le quali i fedeli si accostano alla Bibbia sono diversi e spesso non prevedono un approfondimento specifico sul loro contenuto. Dovrebbe essere naturale per un cristiano sentire l’esigenza di approfondire maggiormente chi fosse realmente Gesù di Nazareth, ma tra i credenti c’è ancora scarsa attenzione all’analisi storica di quegli avvenimenti, tuttora riservata a una ristretta cerchia di studiosi, «il cui lavoro è stato però divulgato molto poco». Ecco allora il senso del libro di Pezzino, che dichiara di volersi occupare solo dall’aspetto storico di Gesù «a prescindere se fosse Dio o no». Ma come salvaguardare l’obiettività storica se lo studioso è un credente? «A prima vista – sostiene Pezzino – dovrebbero affrontare la problematica studiosi non di parte, quindi non credenti. Ma questo approccio in realtà non funziona molto bene. Non è un caso che coloro che si sono cimentati in questa difficile impresa siano prevalentemente dei cristiani, perché proprio a dei credenti può maggiormente interessare una tale ricerca». «Il punto cruciale, in realtà, non è il pregiudizio sullo storico “credente”, ma l’onestà intellettuale di tale studioso, il quale, nonostante l’etichetta di credente, si assume il compito di un’analisi obiettiva, motivato al tempo stesso dal fascino del soggetto studiato. Una volta che il ricercatore credente si sia sbarazzato di ogni influenza della sua fede, utilizzi rigorosi criteri di indagine e accetti le conclusioni a cui perverrà, quali che esse siano, allora il suo studio fornirà un valido contributo alla reale storia di Gesù di Nazareth».

Ecco: il libro di Pezzino si propone – in linea con quanto fatto nei saggi di Ermanno Arrigoni e Antonio Guagliumi recentemente presentati sulle nostre pagine (ma al contrario di loro più vicino alla prospettiva post teista) – di fornire una sintesi ragionata e critica degli studi condotti sul Gesù storico, non da addetto ai lavori, ma da “curioso”. Toccando questioni (i racconti della nascita, il rapporto con Giovanni il Battista, il celibato di Gesù, il suo rapporto con la legge mosaica, i miracoli, le apparizioni dopo la morte, il ruolo della scienza nella conoscenza di Gesù, la cristologia) che restano tra le più scottanti. 

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