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"Volevo solo fare il prete": la confessione e la proposta di don Paolo Farinella

Ci abbiamo provato ma la cosa non ha funzionato. Per motivi di sicurezza la chiesa di Santa Maria Immacolata e San Torpete – parrocchia senza territorio nel centro storico di Genova-Est – resta chiusa da marzo dell’anno scorso quando, insieme al virus, iniziarono a diffondersi pratiche e norme per contenere la diffusione del contagio. Con una lettera ai fedeli di San Torpete, l’amministratore parrocchiale Paolo Farinella ricorda che, come ci ha dimostrato anche questa terza ondata di contagi, «la realtà è più grande e tragica delle nostre aspettative e dei nostri desideri».

Le attività proseguono incessantemente e anche più di prima – sottolinea Farinella pensando alle liturgie o ai commenti della parola online, alla preparazione delle coppie, all’assistenza ai malati, ecc. – eppure «tenere chiusa San Torpete» «è stato un modo giusto per prenderci cura gli uni degli altri, avendo attenzione a non mettere alcuno in condizioni di rischio o pericolo prossimo».

Intanto però, San Torpete, «una tra la più belle chiese della Liguria», sembra letteralmente cadere a pezzi: l’amministratore parrocchiale parla di pavimenti che cedono, cornicioni che cadono, facciate da rifare, bonus e mutui da richiedere, burocrazie da seguire… e confessa: «Sono stanco, oserei dire sfinito e, secondo come vanno le decisioni finali, in procinto di consegnare chiavi e registri dichiarandomi non più adatto a fare quello che sono sempre stato costretto a fare: sono nato per essere prete e ho scelto con gioia di esserlo». «In 50 anni di ministero, però, ho fatto il prete solo negli interstizi del tempo libero tra una costruzione e un restauro, un recupero e una manutenzione straordinaria, tra pratiche edilizie e torture burocratiche».

Chi dovrebbe occuparsi di queste cose – sostanzialmente gli uffici diocesani – non è in grado e neppure si fida di incaricare laici preparati e volenterosi, e tende a «scaricare sui parroci responsabilità e incarichi che non dovrebbero avere perché “incompetenti” e inadatti». Non solo, conclude: «Una volta caricati come bestie da soma, i parroci sono lasciati soli». Al suo vescovo, Farinella propone di sottrarre ai preti la gestione amministrativa di ogni spazio ecclesiale («parrocchie, oratori, conventi, cripte e sacrestie») e affidarlo a professionisti laici: i preti, dice, «non devono toccare soldi, mai, nemmeno per sbaglio: è la grande maledizione e apostasia dei preti».

La Lettera integrale "Alla Comunità di San Torpete e amiche e amici, vicini e lontani"


* Foto copertina di Alessio Sbarbaro, tratta da WIkimedia Commons, immagine originale e licenza.

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