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Caro Francesco, rivedi il

Caro Francesco, rivedi il "Responsum" contro le benedizioni alle coppie gay. La richiesta di un parroco pugliese

È di don Dino D’Aloia, parroco della Parrocchia di Sant’Antonio da Padova del Comune di San Paolo di Civitate (Foggia), la lettera aperta (per la versione integrale vedi qui) che invita papa Francesco a rivedere il “no” alle benedizioni delle unioni omoaffettive decretato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede  15 marzo scorso.

Caro Papa Francesco, sono un prete della tua stessa Chiesa Cattolica che ti scrive, un servitore nella vigna del Signore, uno che ti vuole molto bene, un tuo devoto figlio.

Scrivo questa lettera per te, per me e per la Chiesa che tanto amiamo. La scrivo in special modo per le persone omosessuali che conosco e per le tantissime che non conosco che si sentono come noi figlie della Chiesa e che in questi giorni stanno soffrendo molto insieme ai diversi operatori e operatrici pastorali che, come me, li accompagnano nel cammino di fede cristiana cattolica. A loro voglio dare parole di conforto e di sostegno.

In questi anni del suo pontificato abbiamo sentito un’aria nuova entrare nella vita della Chiesa e nelle parole di un papa...

Lei ha speso per i suoi figli omosessuali parole inedite di incoraggiamento e anche alcuni documenti ufficiali hanno risentito del suo sguardo tenero e positivo verso di loro. ...

Il 15 marzo scorso, come un fulmine a ciel sereno, come una doccia fredda, come una gelata in piena primavera abbiamo letto il Responsum della Congregazione della Dottrina della Fede che ha negato la possibilità a noi pastori di benedire le coppie omosessuali perché il loro amore sarebbe contrario... Anch’io, anni fa, avrei condiviso in toto le loro parole. Anch’io insegnavo le stesse cose...

Da allora il ministero presbiterale mi ha fatto conoscere tante storie di vita, tante persone omosessuali che per il loro orientamento profondamente radicato amano persone dello stesso sesso e vogliono vivere insieme, nella fedeltà, nella tenerezza, nella responsabilità, nella reciproca assistenza, in un comune progetto di vita, nella gioia degli abbracci e dell’intimità. Non sono forse questi tutti frutti buoni da cui si evince la bontà dell’albero? Come possiamo chiamare il loro amore peccato e maledizione senza offendere Dio stesso da cui ogni amore trae origine e sostegno?

Ad oggi ho maturato dunque davvero la convinzione che qualunque affetto che porti gioia, pienezza, realizzazione e felicità profonda e duratura, come in diverse coppie omosessuali che ho conosciuto di persona, meriti la benedizione ecclesiale, cioè il riconoscimento del buono che c’è e l’aiuto spirituale della Chiesa.

Perciò, carissimo papa Francesco, rivediamo questo Responsum, integriamolo anche alla luce delle nuove consapevolezze forniteci all’unanimità dalla scienza, andiamo oltre perché se c’è una cosa che fa parte dell’ordine benedetto del creato è proprio la magia di chiunque si voglia bene.

don Dino d’Aloia, dinodaloia@libero.it

*Foto tratta da Pexels, immagine originale e licenza

 

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