
Dalla terra dei fuochi all’Italia dei fuochi: una testimonianza su “Famiglia Cristiana”
Cancro, leucemia, morte, sofferenze, bugie, ipocrisie, reticenze: sono gli ingredienti della catastrofe nella “terra dei fuochi” – scrive su Famiglia Cristiana p. Maurizio Patriciello (scrittore e parroco a Caivano, provincia di Napoli) – colpita dall’inquinamento e dagli interessi incrociati di chi, su quel territorio, ha speculato e si è arricchito.
La spazzatura è più redditizia della droga, per chi sa farla fruttare, prosegue Patriciello. E questo, in assenza di una normativa sui reati ambientali, lo sapevano bene «gli industriali disonesti del centro e nord Italia, che avevano trovato nella sanguinaria camorra campana un alleato per i loro sporchi affari».
Anche oggi, denuncia ancora il parroco, «La Campania non dispone di impianti per smaltire rifiuti industriali in modo legale e trasparente. E questa mancanza, per i disonesti inquinatori, è una vera manna. Ogni giorno almeno 6mila tonnellate di scarti industriali prodotte in Campania dalle tante fabbriche di pellami, abbigliamento, eccetera, sono bruciate o smaltite camuffandole tra i rifiuti delle case, interrandole o sversandole nelle fogne, nei fiumi e in mare, se sono veleni liquidi».
Oggi però la legge c’è, e questo lo dobbiamo ai «cittadini della nostra terra» che, esasperati e sofferenti, protestarono e spinsero il Parlamento a tirar fuori dal cassetto una legge di oltre 20 anni. E oggi, prosegue p. Maurizio, questo lo dobbiamo sempre ricordare, «per ringraziare il nostro popolo che seppe scendere per le strade chiedendo a parroci, sindaci e vescovi di non essere lasciati soli. La Chiesa campana accolse l’invito. E papa Francesco ci regalò quel gioiello che tutti conosciamo: l’enciclica Laudato si’».
Le forti riserve con cui in molti accolsero l’enciclica green di papa Francesco «sta a dimostrare quanta strada occorre ancora fare perché si comprenda che la custodia dell’ambiente è un vero atto di amore verso tutti, credenti e non credenti, bianchi e neri, ricchi e poveri». Dalla terra dei fuochi alla Taranto dell’ex Ilva, da Porto Marghera alle cave piemontesi di amianto, sono 78 diocesi nel cui territorio è situato uno dei 42 siti fortemente inquinati d’Italia. «Anche per l’ambiente vale il comando di Gesù: ut unum sint. Insieme. Dobbiamo lavorare insieme. Forza, dunque. Siamo sulla buona strada. Occorrono persone serie, preparate, oneste, trasparenti. Che scuotano “le mani per non accettare regali” e sappiano farsi tutto a tutti».
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