
Un "tempo biblico" per salvare la Terra: i 7 anni della "Piattaforma d'Azione Laudato sì'"
Sette anni per sette realtà per sette obiettivi: il risultato di una simile "moltiplicazione" è un progetto d’azione concreto, la Laudato si’ Action Platform, per «un nuovo approccio ecologico, che trasformi il nostro modo di abitare il mondo, i nostri stili di vita, la nostra relazione con le risorse della Terra e, in generale, il modo di guardare all’uomo e di vivere la vita. Un’ecologia umana integrale, che coinvolge non solo le questioni ambientali ma l’uomo nella sua totalità, diventa capace di ascoltare il grido dei poveri e di essere fermento per una nuova società».
I termini dell’operazione e lo scopo finale, sopra virgolettati, sono tratti dal videomessaggio di papa Francesco in occasione della presentazione, il 25 maggio, della Piattaforma di azione, lanciata in chiusura dell’anno speciale dedicato all’enciclica Laudato si’ e iniziato il 24 maggio 2020.
«In particolare mi rivolgo», ha detto Bergoglio, «a queste sette realtà: famiglie – parrocchie e diocesi – scuole e università – ospedali – imprese e aziende agricole – organizzazioni, gruppi e movimenti – istituti religiosi» per «lavorare insieme» in un cammino «che durerà per sette anni», durante i quali «ci lasceremo guidare dai sette obiettivi della Laudato si’, che ci indicheranno la direzione mentre perseguiamo la visione dell’ecologia integrale: la risposta al grido della Terra, la risposta al grido dei poveri, l’economia ecologica, l’adozione di uno stile di vita semplice, l’educazione ecologica, la spiritualità ecologica e l’impegno comunitario».
Solo un «nuovo approccio ecologico» potrà condurre l’umanità a «un mondo più inclusivo, fraterno, pacifico e sostenibile». «Questa casa che ci ospita – ha sottolineato il pontefice – soffre per ferite che noi provochiamo a causa di un atteggiamento predatorio, che ci fa sentire padroni del pianeta e delle sue risorse e ci autorizza a un uso irresponsabile dei beni che Dio ci ha dato. Oggi, queste ferite si manifestano drammaticamente in una crisi ecologica senza precedenti, che interessa il suolo, l’aria, l’acqua e, in genere, l’ecosistema in cui gli esseri umani vivono. L’attuale pandemia, poi, ha portato alla luce in modo ancora più forte il grido della natura e quello dei poveri che ne subiscono maggiormente le conseguenze, evidenziando che tutto è interconnesso e interdipendente e che la nostra salute non è separata dalla salute dell’ambiente in cui viviamo».
Il card. Peter K. A. Turkson, prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, in apertura di conferenza stampa aveva ricordato le iniziative di approfondimento dell’enciclica ecologica che hanno scandito l’anno trascorso: «La settimana Laudato sì (18-24 maggio), preghiera comune per la terra e l'umanità (data dell' anniversario, 24 maggio), la Pubblicazione d'un Testo Interdicasteriale con linee guida operative per la Laudato sì, una Webinar per la valutazione e futuro della Laudato sì (giugno), il tempo del creato (1/09 a 4/10), reinventare il Patto Educativo Globale (ottobre), l'Economia Papa Francesco (febbraio), Giornata mondiale dell'acqua (22 marzo 2021)».
Ora, sei anni dopo l’enciclica, ha proseguito il cardinale, «è bene guardare il mondo che stiamo lasciando ai nostri bambini, alle generazioni future. La pandemia ci ha fatto riflettere e ci ha insegnato molto, ma il grido della Terra e dei poveri si sta facendo sempre più straziante, e il messaggio dei nostri scienziati e dei nostri giovani è sempre più allarmante: stiamo distruggendo il nostro futuro. La nostra famiglia umana e non, nella sua interezza, è in grande pericolo, e non abbiamo più tempo per aspettare o rimandare. È di fondamentale importanza limitare l’aumento della temperatura media globale entro il limite cruciale di 1,5°C sopra i livelli preindustriali, poiché superarlo sarebbe catastrofico. (…). Dobbiamo prendere dolorosa coscienza, osare trasformare in sofferenza personale quello che accade al mondo, e così riconoscere qual è il contributo che ciascuno può portare».
Aveva riferito il cardinale che «la ricezione mondiale della proposta e celebrazione d'un anno speciale di Laudato sì è stato favoloso e generoso». A prova di tanto «entusiasmo» ha annunciato la pubblicazione del Laudato Si’ Reader, che racchiude testimonianze dell'impatto e le esperienze di diverse persone in tutto il mondo sulla Laudato Si’ e rende conto del fatto che «le Chiese locali, le associazioni e i movimenti, e molti altri hanno risposto all’appello di Papa Francesco, per prenderci cura della nostra casa comune». «Sono nati – ha raccontato – giardini e cappelle viventi Laudato Sì, luoghi non solo fatti di alberi, ma nati da una felice interconnessione tra il territorio, l'uomo e le sue attività educative, sociali, economiche, nel rispetto degli ecosistemi e delle biodiversità. Per esempio, la Chiesa in Bangladesh, con 400 mila cattolici, ha piantato più di 700 mila alberi durante l’anno, quasi due a battezzato. La giovane Vivianne Harr riceve dal co-fondatore di Twitter un milione di dollari per piantare alberi per fermare l' avanzamento del Sahara. Questi sono i primi, visibili frutti dell’anno dell’anniversario speciale, che si è concluso in questi giorni con la Settimana Laudato si’».
Alla guida di tutto il processo della piattaforma è un "comitato direttivo" ad hoc coordinato dal Dicastero per lo Sviluppo Integrale in collaborazione con la Caritas Internationalis, il Global Catholic Climate Movement, l'Unione dei Superiori Religiosi di Roma (USG e UISG), CIDSE- rete delle ONG cattoliche, Reti Ecclesiali: REPAM e REMAM nelle Americhe, REBAC in Africa, RAOEN in Asia, reti giovanili: CYNESA, Eco-Jesuit, Don Bosco Green Alliance e Living Laudato si' Philippines, e i leader dei gruppi di lavoro settoriali.
*Foto tratta da pixnio.com, immagine originale e licenza
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