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Caro bollette e transizione ecologica? Meno parole e più fatti

Caro bollette e transizione ecologica? Meno parole e più fatti

Ancora una dura presa di posizione in seguito all’annuncio dei gravosi rincari in bolletta di elettricità e gas. Dopo l’appello dell’Osservatorio sulla Transizione Ecologica ad imprimere una svolta sulle rinnovabili per non sottomettersi al ricatto delle lobby dei combustibili fossili, è arrivato ieri anche il comunicato stampa congiunto di Greenpeace, Legambiente e WWF.

«Siamo alle solite», affermano i tre firmatari: «Di fronte a un problema, si cerca di accusare i soldi spesi per una giusta causa (in questo caso il prezzo della CO2, in passato gli incentivi alle rinnovabili) per alzare una cortina fumogena. Questo impedisce di comprendere e ovviare alle dinamiche speculative internazionali sui prezzi e sull’approvvigionamento del gas. Ma soprattutto mette in ombra l’indubbio ruolo calmierante che le rinnovabili stanno avendo per la bolletta elettrica, visto che ci consentono di limitare le importazioni di gas». Per questa ragione, le associazioni ambientaliste invitano ad «accelerare sulla transizione energetica e, nel settore elettrico, favorire il passaggio diretto alle rinnovabili», ben più convenienti.

Nonostante la situazione attuale, il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani continua ad «evidenziare le difficoltà della transizione e non i vantaggi. Al contrario, è lo stesso vicepresidente della Commissione UE, Frans Timmermans, a dichiarare che solo un quinto dell'attuale aumento dei prezzi può essere attribuito alla crescita del prezzo della CO2 e che il resto dipende dalle carenze del mercato. “Se avessimo fatto il Green Deal 5 anni fa non saremmo in questa situazione perché saremmo meno dipendenti dalle fonti fossili e dal gas naturale", dice Timmermans».

A questo punto, si legge ancora nel comunicato, «viene il sospetto che si voglia creare il caso per giustificare una compensazione che rischia di essere un ulteriore sussidio ai combustibili fossili, oltre che una misura d’emergenza che non risolve i problemi strutturali».

«WWF, Greenpeace e Legambiente invitano il ministro Cingolani a misurare le parole, a esporre i fatti in modo completo e non per battute e soprattutto a svolgere il compito cui è stato chiamato, cioè attuare la Transizione Ecologica. Questo stillicidio di dichiarazioni che nulla hanno a che fare con il PNRR e la transizione ecologica impedisce di affrontare la Transizione in modo sistemico, di prevedere i problemi e di affrontarli in modo da non costituire un ostacolo, ma invece accelerando il passaggio alle fonti rinnovabili e quindi limitando la dipendenza dalle fluttuazioni del prezzo dei carburanti, oltretutto dannosi per il clima».

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