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Francesco: la Chiesa soffre a causa di chi vuole riportarla indietro

Francesco: la Chiesa soffre a causa di chi vuole riportarla indietro

Tratto da: Adista Notizie n° 34 del 02/10/2021

40800 ADISTA-CITTÀ DEL VATICANO. Nelle ultime settimane papa Francesco ha deciso di levarsi qualche sassolino dalle scarpe, anzi, a dire il vero più che di sassolini si è trattato di pietre belle grosse. Come ormai è consuetudine nei viaggi papali, Bergoglio ha incontrato anche in Slovacchia la comunità dei gesuiti residenti nel Paese. Il dialogo che si è svolto fra il pontefice e i religiosi è stato puntualmente riportato da La Civiltà Cattolica, la rivista della Compagnia di Gesù divenuta una sorta di organo ufficioso del pontificato. Nell’occasione Francesco ha toccato più volte una questione delicata, quella dei suoi oppositori interni, e ci è andato giù duro, segno che l’attrito fra il vescovo di Roma e i settori ecclesiali ultratradizionalisti presenti pure all’interno del collegio cardinalizio ha lasciato ferite profonde. Al principio della conversazione il papa, rispondendo a un confratello che gli domandava notizie circa il suo stato di salute (divenuto oggetto di interesse mediatico dopo l’operazione all’intestino subita a luglio), ha risposto sorprendentemente: «Sono ancora vivo. Nonostante alcuni mi volessero morto. So che ci sono stati persino incontri tra prelati, i quali pensavano che il Papa fosse più grave di quel che veniva detto. Preparavano il conclave. Pazienza! Grazie a Dio, sto bene».

L’opposizione “amerikana” al papa

Un’affermazione che forse aiuta a comprendere le frasi vagamente perfide pronunciate solo pochi giorni fa dal pontefice, proprio sulla via del ritorno da Bratislava a Roma, in materia di vaccini anti-Covid 19. «Anche nel Collegio cardinalizio – disse nell’occasione – ci sono alcuni “negazionisti” e uno di questi, poveretto, è ricoverato con il virus. Mah, ironia della vita…». Il riferimento era, evidentemente, al cardinale di Curia Raymond Leo Burke, americano, trumpiano, uno dei capifila dell’opposizione più dura anti-Francesco in Vaticano. Burke è un no-vax convinto; colpito gravemente dal virus è ora in via di guarigione. Ma la querelle non finiva qua. «C’è una grande televisione cattolica – aggiungeva poco dopo Bergoglio – che continuamente sparla del papa senza porsi problemi. Io personalmente posso meritarmi attacchi e ingiurie perché sono un peccatore, ma la Chiesa non si merita questo: è opera del diavolo. Io l’ho anche detto ad alcuni di loro». Secondo la rivista dei gesuiti d’Oltreoceano America vi sono pochi dubbi sull’identità della testata chiamata in causa: «EWTN e le sue pubblicazioni associate, il National Catholic Register e la Catholic News Agency, insieme alle sue oltre 500 affiliate radiofoniche, sono state molto critiche nei confronti di papa Francesco. Il National Catholic Register è stato uno dei due media che hanno pubblicato l'esplosiva "testimonianza" del 2018 dell'ex nunzio negli Stati Uniti e teorico della cospirazione di QAnon, l'arcivescovo Carlo Maria Viganò, che invitava il papa a dimettersi. Raymond Arroyo, conduttore di "The World Over" di EWTN, ha intervistato molti dei critici più ferventi di papa Francesco, tra cui l'arcivescovo Viganò, il consigliere di Trump, Steve Bannon e il cardinale Raymond Burke».

Ecco dunque che il problema emerge nella sua dimensione concreta e reale: c’è un potente network mediatico cattolico statunitense, con forti agganci politici e nella conferenza episcopale Usa che sta facendo la guerra a Francesco? Parrebbe proprio di sì. D’altro canto, ha aggiunto Francesco «ci sono anche chierici che fanno commenti cattivi sul mio conto. A me, a volte, viene a mancare la pazienza, specialmente quando emettono giudizi senza entrare in un vero dialogo. Lì non posso far nulla. Io comunque vado avanti senza entrare nel loro mondo di idee e fantasie. Non voglio entrarci e per questo preferisco predicare, predicare… Alcuni mi accusavano di non parlare della santità. Dicono che parlo sempre del sociale e che sono un comunista. Eppure ho scritto una Esortazione apostolica intera sulla santità, la Gaudete et exsultate».

«La vita e la libertà ci fanno paura»

Significativamente, Francesco non si è limitato a elencare gli avversari interni da cui riceve gli attacchi, ma è tornato pure sulle ragioni di fondo delle contrapposizioni, spiegando come «la sofferenza della Chiesa in questo momento» sia dovuta essenzialmente alla «tentazione di tornare indietro. Stiamo soffrendo questo oggi nella Chiesa: l’ideologia del tornare indietro. È una ideologia che colonizza le menti. È una forma di colonizzazione ideologica. Non è un problema davvero universale, ma piuttosto specifico delle Chiese di alcuni Paesi». Perché «la vita ci fa paura. Ripeto una cosa che ho detto già al gruppo ecumenico che ho incontrato qui prima di voi: la libertà ci fa paura. In un mondo che è così condizionato dalle dipendenze e dalla virtualità, ci fa paura essere liberi. Nell’incontro precedente prendevo come esempio Il grande inquisitore di Dostoevskij: trova Gesù e gli dice: «Perché hai dato la libertà? È pericolosa!». L’inquisitore rimprovera Gesù di averci dato la libertà: sarebbe bastato un po’ di pane e nulla di più. Per questo oggi si torna al passato: per cercare sicurezze. Ci fa paura celebrare davanti al popolo di Dio che ci guarda in faccia e ci dice la verità. Ci fa paura andare avanti nelle esperienze pastorali». «Penso – ha aggiunto ancora – al lavoro che è stato fatto – padre Spadaro era presente (p. Antonio Spadaro, direttore de La Civiltà Cattolica, ndr) – al Sinodo sulla famiglia per far capire che le coppie in seconda unione non sono già condannate all’inferno. Ci dà paura accompagnare gente con diversità sessuale». In questo senso va messo in luce che il papa tende a recuperare anche le tematiche del proprio magistero più urticanti e divisive rispetto agli ambienti ultratradizionalisti: ovvero quelle aperture in campo etico e dottrinario emerse nei primi anni del pontificato e verso le quali si coagulò una violenta opposizione conservatrice al papa argentino. E fra queste spicca naturalmente il riconoscimento delle coppie omosessuali non solo dal punto di vista giuridico, ma anche come dato caratterizzante quella diversità e varietà dell’esistenza umana non eliminabile. Il papa torna poi sulla questione della comunione ai divorziati risposati che pure suscitò grandi polemiche dato il tentativo di Francesco di ammettere alla comunione i coniugi sposati in seconde nozze (la comunione non è un premio per i “perfetti” ha detto di recente Bergoglio).

Rigidità e clericalismo

Secondo Francesco, alla Chiesa oggi «fanno paura gli incroci dei cammini di cui ci parlava Paolo VI. Questo è il male di questo momento. Cercare la strada nella rigidità e nel clericalismo, che sono due perversioni». Quindi in riferimento alla specifica missione dei gesuiti, ma in realtà con uno sguardo più ampio, ha affermato: «Oggi credo che il Signore chieda alla Compagnia di essere libera, con preghiera e discernimento. È un’epoca affascinante, di un fascino bello, fosse anche quello della croce: bello per portare avanti la libertà del Vangelo. La libertà! Questo tornare indietro lo potete vivere nella vostra comunità, nella vostra Provincia, nella Compagnia. Occorre stare attenti e vigilare. La mia non è una lode all’imprudenza, ma voglio segnalarvi che tornare indietro non è la strada giusta. Lo è, invece, andare avanti nel discernimento e nell’obbedienza».

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