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«Verniciare il nucleare di verde»? I fondi di Next Generation Eu e l'appello delle associazioni

«Verniciare il nucleare di verde»? I fondi di Next Generation Eu e l'appello delle associazioni

Il nucleare civile torna al centro della denuncia dell’Osservatorio sulla Transizione Ecologica, organismo di monitoraggio che riunisce il Coordinamento per la Democrazia Costituzionale, le associazioni Laudato si' e Nostra! Già a settembre l’Osservatorio aveva apertamente contestato le uscite pubbliche di Roberto Cingolani (ministro della Transizione ecologica nel governo Draghi), che in materia di energia nucleare si era dimostrato possibilista in diverse occasioni, calpestando così la volontà popolare espressa con i referendum del 1987 e del 2011 (qui la notizia di Adista).

Il 18 ottobre scorso l’Osservatorio ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Mario Draghi, al ministro Cingolani e al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, sottolineando ancora una volta che, con i due referendum sopra citati, gli italiani hanno fermato «il tentativo di costruire centrali nucleari in Italia per produrre elettricità».

La lettera – pubblicata integralmente anche sul sito del manifesto – vede come primi firmatari Mario Agostinelli, Vittorio Bardi, Mauro Beschi, Ferdinando Boero, Silvia Bonanin, Federico Butera, Luciana Castellina, Duccio Campagnoli, Domenico Gallo, Alfonso Gianni, Alfiero Grandi, Silvio Greco, Oreste Magni, Silvia Manderino, Rossella Muroni, Vincenzo Naso, Daniela Padoan, Antonio Pileggi, Enzo Pranzini, Jacopo Ricci, Simona Sambati, Massimo Scalia, Massimo Serafini, Alexey Sorokin, Guido Viale, Massimo Villone e Vincenzo Vita.

Nel dibattito sulla decarbonizzazione in Europa in vista del 2030, un gruppo di 10 Paesi dell’Unione favorevole all’energia atomica guidato dalla Francia (ne fanno parte Repubblica Ceca, Bulgaria, Croazia, Finlandia, Ungheria, assieme a Polonia, Romania, Slovacchia e Slovenia), anche in ragione del recente caro bollette e della storica dipendenza dal gas russo, ha chiesto alla Commissione Europea di riconoscere l’energia nucleare, che già oggi fornisce il 26% dell’energia elettrica nel continente, come fonte di energia sostenibile e in linea con gli obiettivi di neutralità climatica.

La lettera dei 10 Paesi Ue ha fatto infuriare l’Osservatorio sulla Transizione Ecologica, che così ribadisce nella sua lettera aperta: «Le energie rinnovabili non sconvolgono i cicli naturali, non modificano la struttura delle cose. Si limitano ad usare forze naturali come sole, vento, calore naturale della terra, forza delle acque per produrre energia elettrica. Questa è l’unica strada per affrontare lo stravolgimento in atto del clima a causa dell’uso dei combustibili fossili che producono CO2 e delle emissioni di metano che da decenni viene disperso nell’atmosfera».

«Verniciare il nucleare di verde – denuncia l’Osservatorio – è pura propaganda ed è contro gli impegni di Parigi per il clima. Se l’Unione Europea dovesse accettare la pretesa della Francia e degli altri paesi l’unico risultato sarebbe consentire l’uso dei fondi del Next Generation EU per finanziare l’industria di stato francese (Areva); per prolungare oltre i 40 anni la vita dei vecchi reattori russi (VVER) siti in R. Ceca, Slovacchia, Ungheria, Bulgaria; per finanziare l’installazione in Polonia di centrali EPR francese e ABWR americana; per le enormi spese necessarie per lo smantellamento del sovradimensionato nucleare civile francese che, altrimenti, ricadrebbero sui contribuenti nazionali».

Malfunzionamenti, dispersione e contaminazione, smaltimento di scorie radioattive e rischi di catastrofe globale: questi i reali rischi legati alla produzione di energia dalle centrali nucleari. Ma i pericoli evidenziati dall’Osservatorio non finiscono qui: «Per alcuni Paesi – si legge nella lettera aperta – il nucleare civile è base necessaria per un armamento atomico, come la force de frappe della Francia. Occorre impedire che parte dei finanziamenti europei per le energie rinnovabili finisca per sostenere una scelta strategico-militare al di fuori delle scelte europee e ancora di più degli obiettivi del Next Generation Eu».

In chiusura della missiva, le tre associazioni chiedono «al Governo italiano di impegnarsi a bloccare il tentativo in sede europea di equiparare il nucleare alle energie rinnovabili, se necessario ricorrendo al veto dell’Italia».

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