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Nucleare. Europa Verde: su tassonomia, perché l’Italia non segue la Germania?

Nucleare. Europa Verde: su tassonomia, perché l’Italia non segue la Germania?

Di seguito il comunicato di Europa Verde,lanciato in data di ieri

«La Germania ha scelto: non sosterrà la proposta francese di classificare l'elettricità prodotta da centrali nucleari come ‘sostenibile’, opponendosi al suo inserimento nella tassonomia verde UE. E lo comunica ai diretti interessati per bocca della nuova Ministra degli Esteri, la Verde Annalena Baerbock, le cui posizioni sono supportate, oltre che dai Verdi tedeschi, anche dai Verdi europei e dal gruppo Verde al PE. Di fronte a questa scelta, tanto semplice quanto disarmante, ci chiediamo per quanto ancora andrà avanti la pantomima del Governo italiano che, da una parte, dice di voler lottare contro la crisi climatica e, dall’altra, ripropone un tipo di energia costosa e pericolosa, già bocciata da due referendum popolari e al cui gravissimo problema della gestione delle scorie non si è ancora trovata una soluzione».

Così, in una nota, i co-portavoce nazionali di Europa Verde, Angelo Bonelli ed Eleonora Evi, che proseguono: «Siamo allibiti di fronte alla totale mancanza di visione di certa politica, in particolare del Ministro italiano alla Transizione ecologica che trama con la Francia per far sì che anche il gas possa essere etichettato come un investimento verde, come evidentemente richiesto da Confindustria Energia».

«La strada giusta, – continuano i due esponenti Verdi, – è quella intrapresa dalla Germania che punta sul soddisfacimento di almeno l’80% del fabbisogno energetico nazionale da fonti rinnovabili entro il 2030 e che, già sotto il cancellierato di Angela Merkel, ha lavorato per dire addio all’ultima centrale nucleare entro il 2022. La Francia non può essere un esempio virtuoso da seguire e riprova ne è certamente la vicenda della centrale di Flamanville, tuttora in costruzione, appartenente alla terza generazione plus e costata allo Stato 20 miliardi di euro. L’Italia non deve investire soldi per una fonte energetica che rappresenta un’ipoteca negativa sul futuro delle nuove generazioni e che sottrae risorse alle energie rinnovabili, notevolmente più competitive dal punto di vista economico rispetto a numerose altre fonti energetiche», concludono Bonelli ed Evi.

*Foto tratta da pxhere.com, immagine originale e licenza

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