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"Si dimetta Cingolani": il ministro per la Transizione ecologica sta ostacolando la Transizione

In vita da un paio d’anni con l’intento di preservare l’ambiente naturale e umano, l’associazione Sostenibilitá Equitá Solidarietá ha lanciato su change.org una petizione perché il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, si dimetta. Fra i primi firmatari: Eleonora Evi, europarlamentare e co-portavoce nazionale Europa Verde e Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale Europa Verde; lo storico dell'arte Tomaso Montanari; Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana; il missionario comboniano p. Alex Zanotelli; Marco Boato, già parlamentare e ricercatore universitario; Silvana Galassi, docente Ecologia e Metodologie di Ecologia, Università degli Studi di Milano, membro del comitato scientifico WWF Italia; Roberto Mancini, docente Università di Macerata.

«Oggi siamo tutti chiamati a scegliere se salvare il pianeta vivente o il nostro stile di vita insostenibile – si legge nella petizione –. Occorre agire ora, liberandosi dalla falsa convinzione che tutto possa risolversi senza operare profondi cambiamenti in noi stessi, nella società, nell’economia e nella politica».

«In questo tragico quadro globale il nostro Paese non ha rappresentato l’eccezione che avremmo auspicato». «Anzi, il nostro Ministro Roberto Cingolani, nelle sue dichiarazioni, va costantemente in direzione ostinata e contraria».

A dimostrazione, una breve summa delle affermazioni del ministro:

«Associa la transizione ecologica ad “un bagno di sangue” con “milioni di famiglie sul lastrico” e si sofferma sul presunto prezzo da pagare e mai su quello che stiamo già pagando e, soprattutto, pagheranno le generazioni future. Ha affermato che “gli ambientalisti radical chic sono peggio della catastrofe climatica”, come se esistesse, per chi ha a cuore le sorti dell’intero genere umano, un insulto peggiore. Ha ripetutamente ammiccato al “nucleare” anziché valorizzare le tante eco-tecnologie mature che già abbiamo, sorvolando invece sulla necessità di creare nuovi sistemi produttivi capaci di reggersi dentro i limiti delle risorse che la Terra è in grado di rinnovare. Evoca costantemente soluzioni mirabolanti che verranno dalle “energie del futuro”, perseverando nell’idea fallace di affrontare la crisi ecologica solamente con un ulteriore desiderio di dominio tecnologico, anziché cercando di ricucire la relazione virtuosa tra la specie umana e la biosfera. Ha definito “ipocrisia del bla bla bla” la legittima delusione e critica dei giovani di Fridays For Future, quando la vera ipocrisia, in questo momento, sta nel nascondere la tutela degli interessi delle corporazioni del fossile dietro il rischio presunto di mettere le famiglie più vulnerabili per strada. Infine il culmine dell’ipocrisia ambientale italiana è stato raggiunto con la firma del BOGA (Beyond Oil and Gas Alliance, ndr) alla COP26, che impegna le nazioni aderenti a non finanziare più alcuna attività esplorativa ed estrattiva al di fuori dei propri confini nazionali, però soltanto come “stato amico”, senza cioè sottoscrivere quindi il divieto di nuove trivellazioni all’estero. Non a caso si è scoperto subito pochi giorni dopo il vertice ONU che il Governo Italiano aveva dato l’OK alla trivellazione nell’Artico, con la garanzia d’investire fino a un miliardo di euro. È la goccia che fa traboccare il vaso».

«Tutto ciò ci ha convinti che Roberto Cingolani non stia favorendo la transizione ecologica, bensì la stia consapevolmente rallentando ed anche mistificando».

Per tali motivi – è la richiesta – riteniamo assolutamente inadeguato Roberto Cingolani a svolgere il ruolo di Ministro della Transizione ecologica e gli chiediamo pertanto, a tutela del Bene Comune e per il prestigio del nostro Paese, di rimettere il suo mandato nelle mani del Presidente del Consiglio, affinché individui una figura davvero capace di  trattare la crisi climatica e ambientale come la crisi che effettivamente è».

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