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"Italia libera da guerra e armi nucleari": una nuova iniziativa di presidenti di organismi cattolici per la firma del Trattato anti-nucleare

I presidenti e responsabili nazionali di Azione Cattolica, Acli, Comunità Papa Giovanni XXIII, Movimento dei Focolari, Pax Christi hanno preso l’iniziativa di un incontro per rilanciare l’appello “Per una repubblica libera dalla guerra e dalle armi nucleari” sottoscritto da molte associazioni e gruppi cattolici iniziata con la Festa della Liberazione, Festa della Repubblica Italiana, e conclusasi il 2 giugno, Festa della Repubblica che per Costituzione ripudia la guerra. Quell’appello era indirizzato al Governo e al Parlamento italiani, affinché l'Italia aderisse al Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW) entrato in vigore il 22 gennaio 2021. La firma dell’Italia è ancora assente, malgrado le innumerevoli sollecitazioni provenienti dai più svariati segmenti della società civile, molti dei quali riuniti nella campagna "Italia ripensaci" attiva del 2018).

Ora i firmatari dell’intervento – Giuseppe Notarstefano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica Italiana, Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, Giovanni Paolo Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII, Cristiana Formosa e Gabriele Bardo, r??esponsabili nazionali del Movimento Focolari Italia e mons. Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi – propongono una Giornata di confronto fra tutte le realtà del mondo cattolico per «un momento di riflessione, approfondimento teologico, discernimento e accorato rilancio dell’appello che ci ha visti insieme lo scorso anno» e che «purtroppo rimasto inascoltato». L’appuntamento è a Roma per il 26 febbraio 2022, secondo il programma e le modalità che verranno in seguito comunicate, avvisano i promotori, anche in considerazione della diffusione della pandemia.

C’è molto materiale su cui riflettere, a partire anche da qualificati interventi allarmati, sottolineano i firmatari. Alla voce di papa Francesco nel recente Messaggio per la Giornata Mondiale della pace del 1° gennaio 2022 – «avanzano malattie di proporzioni pandemiche, peggiorano gli effetti del cambiamento climatico e del degrado ambientale, si aggrava il dramma della fame e della sete e continua a dominare un modello economico basato sull’individualismo più che sulla condivisione solidale» […] «mentre invece le spese militari sono aumentate, superando il livello registrato al termine della guerra fredda e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante» – «si è unita quella, autorevole, di oltre cinquanta scienziati e premi Nobel, che hanno lanciato», ricordano i presidenti delle realtà cattoliche, «la campagna per il “Dividendo della pace”. Una “semplice proposta per l’umanità”, l’hanno definita gli studiosi, tra cui figurano, oltre agli organizzatori Carlo Rovelli e Matteo Smerlak, Carlo Rubbia, Giorgio Parisi, Roger Penrose, Steven Chu, mentre il Dalai Lama ha espresso il proprio sostegno all’iniziativa».

La richiesta degli scienziati firmatari «ai governi di tutti gli Stati Onu è di “avviare trattative per una riduzione concordata della spesa militare del 2 per cento ogni anno, per cinque anni”. In questo modo “enormi risorse verranno liberate e rese disponibili, il cosiddetto ‘Dividendo della pace’, pari a mille miliardi di dollari statunitensi entro il 2030”».

«Un significativo intervento – aggiungono infine i presidenti e responsabili delle associazioni catotliche – si è registrato a livello internazionale il 4 gennaio 2022: le cinque “potenze atomiche ufficiali” - Usa, Russia, Gran Bretagna, Francia e Cina -, in un messaggio congiunto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu, hanno riconosciuto che le armi nucleari rappresentano una grave minaccia per tutta l’Umanità e che «non c’è modo di vincere una guerra nucleare» che per questo “non deve mai essere combattuta”. Anche se tale dichiarazione non rappresenta alcuna apertura al bando definitivo degli ordigni atomici – lamentano i firmatari – tuttavia è il segno di una presa di coscienza della pericolosità dell’attuale quadro strategico basato sulle armi nucleari».

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