"I documenti sugli abusi dovete chiederli al Vaticano": la risposta episcopale alla richiesta della Commissione nazionale d'indagine
Opera dall’autunno del 2020, in Polonia, la Commissione nazionale d’inchiesta sui casi di abusi su minori di 15 anni. Il suo campo d’azione comprende i settori dell'istruzione, della cultura, del tempo libero e dello sport, e, di conseguenza, delle comunità religiose.
La Commissione lamenta che non ha attualmente accesso ai registri dei procedimenti ecclesiastici contro i sacerdoti accusati. In risposta, la Conferenza episcopale polacca ha chiarito, il 17 gennaio 2022, a Varsavia, che la Congregazione vaticana per la dottrina della fede ha giurisdizione sui casi di abuso all'interno della Chiesa cattolica; e che diocesi e congregazioni religiose svolgono processi penali per delega, per conto dell'autorità vaticana. Ne deriva che i documenti relativi a procedimenti canonici concreti sono sotto la giurisdizione della Santa Sede e che dunque il governo, riferisce l'agenzia cattolica tedesca KNA, dovrebbe chiedere al Vaticano assistenza legale internazionale per poter ottenerli.
«Non è un rapporto tra una commissione statale e la Chiesa in Polonia, ma un rapporto tra il governo polacco e le autorità della Santa Sede», ha spiegato Piotr Studnicki, capo dell'ufficio del delegato per la tutela dei minori della Conferenza episcopale. Situazione della quale il primate polacco, l’arcivescovo Wojciec Polak, responsabile della protezione dei bambini all’interno della Chiesa, ha informato il capo della Commissione nazionale, Blazej Kmieciak, con una lettera inviatagli la settimana passata.
È caduta nel vuoto anche la proposta di un gruppo investigativo congiunto per analizzare i fascicoli in possesso della Chiesa formulata nel settembre del 2021 da Kmieciak alla Conferenza episcopale.
*Cattedrale da campo dell'esercito polacco in piazza Krasi?ski a Varsavia. Foto tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza
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