
"I ladri di terra in Amazzonia". Riflessione di Tonio Dell'Olio sul "grilagem"
Con un reportage eccezionale, Lucia Capuzzi su Avvenire di Domenica scorsa ci riporta alla minaccia continua che tortura la vita delle piccole comunità di contadini e delle famiglie che abitano l'Amazzonia brasiliana del Maranhão.
Si tratta dell'accaparramento delle terre da parte di multinazionali e latifondisti che esibiscono falsi certificati di proprietà (grilagem) spesso con l'appoggio o la complicità delle stesse istituzioni politiche e amministrative che dovrebbero difenderli. Sono storie di minacce e di soprusi, di omicidi e di devastazione della terra, di annientamento delle biodiversità e dell'imposizione di monocolture. Sono racconti di resistenza e di amore per la terra. Spesso non si tratta nemmeno delle etnie amazzoniche originarie, ma di discendenti di schiavi deportati qui da negrieri senza scrupoli. Rapiti, venduti e comprati come merce da lavoro. La falsificazione dei certificati di proprietà è definita "grilagem", che di per sé si tradurrebbe come "grillazione", perché nell'800 chi voleva camuffare carte catastali chiudeva alcune carte scritte bene in una scatola insieme a qualche grillo e questo bastava per ingiallirle e "antichizzarle" nel giro di qualche giorno. Oggi il ricorso alla corruzione e alla falsificazione dei registri è molto più efficace e sbrigativa, specie quando si conclude con la minaccia o con gli assassini dei contadini. Dalle nostre parti si chiama mafia.
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