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"Non esiste un diritto all'aborto!": i vescovi europei contestano Macron

Questo primo semestre dell’anno in corso è il turno della Francia a presiedere il Consiglio dell'Unione Europea. Il 19 gennaio il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha tenuto un discorso al Parlamento Europeo per delineare le priorità strategiche che il suo Paese intende seguire. Macron ha ricordato che l'Europa è stata costruita sulla democrazia, sul progresso per tutti e sulla pace; un equilibrio minacciato oggi.

Un passaggio del suo discorso ha creato molta inquietudine nei vescovi del Continente, riguardando il diritto all’aborto e il suo possibile inserimento nella Carta di diritti fondamentali  «Vorrei che consolidassimo i nostri valori di europei che costituiscono la nostra unità, il nostro orgoglio e la nostra forza. A vent'anni dalla proclamazione della nostra Carta dei diritti fondamentali, che sanciva in particolare l'abolizione della pena di morte in tutta l'Unione, vorrei che potessimo aggiornare questa Carta, in particolare per essere più espliciti sulla protezione dell'ambiente o il riconoscimento del diritto all'aborto. Apriamo questo dibattito liberamente con i nostri concittadini di grande coscienza europea, per infondere nuova vita al nostro fondamento di diritti che forgia questa Europa forte dei suoi valori, che è l'unico futuro del nostro progetto politico comune. Questa singolarità che evoco è anche un rapporto di solidarietà, unico al mondo. Le nostre società sono uniche in questo hanno inventato con il welfare state un sistema di tutela per tutti contro i rischi dell'esistenza. È un'eredità delle nostre democrazie europee. E questa pandemia ha dimostrato che la solidarietà, lungi dall'essere una debolezza, è una forza incomparabile».

L’8 febbraio, la Commissione delle Conferenze episcopali dell’Unione europea (Comece) ha pubblicato una nota che inizia esprimendo «profonda preoccupazione» e «opposizione».

La nota prosegue ricordando che «fin dai suoi inizi, il processo di integrazione europea è stato sempre sostenuto e accompagnato da vicino dalla Chiesa. Siamo d'accordo con il Presidente Macron sull'importanza di difendere e promuovere i valori dell'Unione Europea. Ma vogliamo sottolineare che uno dei valori principali è il rispetto della dignità di ogni persona umana in ogni fase della sua vita, soprattutto in situazioni di totale vulnerabilità, come nel caso del nascituro. I padri fondatori dell'Unione europea, attingendo alla genuina tradizione umanistica che fa dell'Europa ciò che è, erano molto consapevoli dell'importanza fondamentale della dignità inalienabile della persona umana e della comunità come base comune della nostra Unione».

«Siamo consapevoli della tragedia e della complessità delle situazioni in cui si trovano le madri che considerano un aborto – proseguono i vescovi –. La cura delle donne che si trovano in una situazione difficile o conflittuale a causa della gravidanza è un elemento centrale del ministero diaconale della Chiesa e deve essere anche un dovere esercitato dalle nostre società. Le donne in difficoltà non devono essere lasciate sole e il diritto alla vita del nascituro non può essere ignorato. Entrambi devono ricevere tutto l'aiuto e l'assistenza necessari».

«Da un punto di vista giuridico», contesta la Comece, «non esiste alcun diritto all'aborto riconosciuto dal diritto europeo o internazionale. Tentare di cambiare questa situazione inserendo un cosiddetto diritto all'aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea non solo va contro le convinzioni e i valori europei fondamentali, ma costituirebbe una legge iniqua, priva di base etica e intesa come causa di conflitto perpetuo tra i cittadini dell'UE. L'integrazione europea dovrebbe sempre favorire e promuovere il rispetto delle diverse identità ed evitare imposizioni ideologiche. In questo senso, la proposta del presidente Macron di inserire questo cosiddetto diritto non può in alcun modo essere considerata come un "nuovo colpo alla nostra base di diritti».

*Foto Flickr

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