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Crisi in Ucraina: all'Italia e all'Europa proposte di neutralità attiva

Crisi in Ucraina: all'Italia e all'Europa proposte di neutralità attiva

“Ucraina, oltre l’emergenza. Proposte di neutralità attiva per costruire strade di vera Pace”: un incontro online, domani alle 17, promosso dalla Rete Italiana Pace e Disarmo – e aperto alla partecipazione della società civile, delle associazioni e dei sindacati – «per approfondire le cause della crisi in Ucraina e per tratteggiare possibili strade di intervento, a partire da proposte di neutralità attiva che il movimento della Pace chiede all’Italia e all’Europa».

Alla tavola rotonda intervengono Luciana Castellina (già eurodeputata), Mara Morini (docente di Politica dell’Europa orientale, Università di Genova), Paolo Bergamaschi (già consigliere del Parlamento Europeo). La moderazione dell’evento e l’introduzione delle proposte dei pacifisti è affidata a Fabio Alberti.

La Rete Pace e Disarmo chiede all’Italia e all’Unione Europea «un’iniziativa di neutralità attiva per ridurre la tensione e favorire un accordo politico chiarendo in particolare l’indisponibilità a sostenere avventure militari».

In uno scenario internazionale caratterizzato da un pesante riarmo, nessuno tra i contendenti – Usa, Russia, Nato – «esclude l’eventualità del ricorso alle armi e rispetto alla quale nessun osservatore esclude che possa evolvere in conflitto armato, anche nucleare, che potrebbe coinvolgere la stessa Europa».

Un nuovo conflitto globale «è un rischio che non ci possiamo permettere», che ogni Paese, Italia compresa, «ha il dovere di operare». «Al nostro Paese innanzi tutto – concludono i pacifisti – a cominciare dal Ministro degli Esteri e all’Europa tutta chiediamo di prendere iniziative urgenti e significative da una posizione di neutralità attiva, per ottenere una de-escalation immediata della tensione e avviare la ricerca di un accordo politico negoziato nel rispetto della sicurezza e dei diritti di tutte le popolazioni coinvolte, chiarendo la propria indisponibilità a sostenere avventure militari. A tutti i Paesi coinvolti diciamo: fermatevi. Deponete le armi e le minacce e trattate».

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