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Primi appelli ai belligeranti dal mondo cattolico e pacifista: negoziate!

Primi appelli ai belligeranti dal mondo cattolico e pacifista: negoziate!

Erano le 4 di stamattina (ore 6 in Russia, e mentre a New York era in corso il Consiglio di Sicurezza dell’Onu) quando Vladimir Putin ha annunciato dagli schermi televisivi l’avvio dell’azione militare in Ucraina allo scopo di «proteggere il Donbass». «I nostri piani – ha detto – non includono l’occupazione del Paese ma la sua smilitarizzazione, un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso sul territorio ucraino sono inaccettabili». Ha negato che sia «una guerra», è «un’operazione militare speciale». «Chiunque tenti di ostacolarci e interferire in Ucraina – ha minacciato Putin – sappia che risponderemo con delle conseguenze mai viste prima. Siamo preparati a tutto, spero di essere ascoltato».

Attacchi missilistici hanno colpito la capitale Kiev e altre città e si sono registrate le prime vittime, morte o ferite.

Verso le 13 il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, secondo quanto riporta Interfax, ha detto che la Russia è pronta a tenere negoziati con la leadership ucraina se accetta uno status neutrale – e dunque di non aderire alla Nato, vero casus belli dell’attacco – e promette di non ospitare armi sul suo territorio.

Il mondo cattolico e pacifista, in Italia e non solo, sta esprimendo timore e preoccupazione per gli eventi bellici in corso. Qui di seguito una breve rassegna delle prime allarmate prese di posizione giunte stamattina e che fanno da corollario all’appello diffuso ieri da papa Francesco.

Il pontefice ha fatto appello «a tutti, credenti e non credenti» perché tacciano le armi in Ucraina. «Gesù ci ha insegnato – ha detto – che all’insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno. Invito tutti a fare il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, una Giornata di digiuno per la pace. Incoraggio in modo speciale i credenti, perché in quel giorno si dedichino intensamente alla preghiera e al digiuno. La Regina della pace preservi il mondo dalla follia della guerra».

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La Tavola della Pace e il Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” – Università di Padova, con un comunicato in data di oggi, sollecitano perché il 2 marzo si partecipi tutti alla Giornata per la pace cui chiama Francesco.

«Negoziate! Negoziate! Negoziate!», è la perorazione iniziale del loro comunicato. Che dice:

«In queste ore di angoscia e preoccupazione, facciamo nostro l’appello di Papa Francesco a partecipare tutti, credenti e non credenti, alla Giornata di digiuno per la pace del prossimo 2 marzo. Per i credenti sarà “una giornata intensa di preghiera e di digiuno”. Per tutti sia un giorno di intensa riflessione e impegno di pace.

Negoziare, negoziare, negoziare. Su tutto. Anche nelle condizioni più difficili e sui temi più intrattabili posti dalla Russia. L’alternativa è una catastrofica guerra globale che devasterà l’Europa e non avrà vincitori. Questa è la supplica che rivolgiamo all’Italia, all’Unione Europea, all’Onu e a tutti responsabili della politica internazionale.

Siate realisti! Queste sono le ore in cui dobbiamo spezzare le leggi della guerra e la logica dello scontro. Non possiamo aspettare che sia il governo russo a fare il primo passo.

Negoziare non vuol dire cedere alla guerra e alla legge della forza ma fermare la sua pericolosa escalation militare.

Dobbiamo uscire dalla politica delle sanzioni, dalla logica del colpo su colpo, per ricostruire lo spazio per il dialogo e il negoziato politico con la Russia. Lo si è fatto durante la guerra fredda con la Conferenza e gli Accordi di Helsinki. E lo si deve fare ora che rischiamo la catastrofe più grande.

Negoziare vuol dire essere disponibili a modificare le proprie posizioni per costruirne una comune. Fare un passo indietro per fare un passo avanti sulla via della pace. Ripetiamo: con la guerra tutto è perduto. Con la pace tutto è possibile!

“Bisogna assicurare il dominio incontrastato del diritto e l’infaticabile ricorso al negoziato, ai buoni uffici e all’arbitrato, come proposto dalla Carta delle Nazioni Unite, vera norma giuridica fondamentale” (Papa Francesco, Fratelli Tutti). Il Diritto nato dalla consapevolezza acquisita con gli anni e i danni colossali della II guerra mondiale vieta la minaccia e l’uso della forza per la risoluzione delle controversie internazionali e pone la dignità umana a fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo. E’ proprio in questi momenti di alta tensione che questo diritto deve essere applicato con saggezza, intelligenza e lungimiranza. Tutti saremo giudicati dai risultati delle nostre azioni.

Attenzione! C’è una responsabilità per tutti! Se davvero vogliamo la pace smettiamo tutte le guerre e incominciamo a prenderci cura di ciascun essere umano e della natura che ci nutre e ci accoglie».

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Conferenza episcopale italiana

L’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI, dall’Incontro di Vescovi su «Mediterraneo frontiera di pace», ha a sua volta lanciato un appello per l’Ucraina: “Si fermi la follia della guerra”

«I Vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze per l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”- scrivono nel comunicato di oggi 24 febbraio - esprimono preoccupazione e dolore per lo scenario drammatico in Ucraina, e rinnovano la loro vicinanza alle comunità cristiane del Paese. Accogliendo l’invito di Papa Francesco a vivere il 2 marzo una giornata di digiuno e preghiera per la pace, i Vescovi fanno appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche perché tacciano le armi. Ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra! I Vescovi del Mediterraneo conoscono bene questo flagello, per questo chiedono a una sola voce la pace».

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Mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), da Firenze, dove si sta svolgendo l’incontro “Mediterraneo frontiera di pace”, rivolge un appello per la pace in Ucraina.

«Le Chiese che sono in Europa – si legge nella nota – condannano con forza quanto è accaduto questa notte in Ucraina: bisogna agire insieme e con determinazione per porre fine immediatamente all’aggressione russa e fare tutto il possibile per proteggere donne, uomini e bambini innocenti: nel nome di Dio fermatevi adesso!».

Alla Comunità internazionale, e in modo particolare all’Unione Europea Rivolgendosi, rivolge la sua supplica: «Non lasci intentata nessuna via per fermare questo conflitto, perché le armi cedano il passo al dialogo e ai negoziati, perché venga difeso il diritto internazionale, l’indipendenza e la sovranita? territoriale dell’Ucraina. Perché si ponga fine a una guerra che dall’Ucraina si estenderebbe inevitabilmente agli Stati vicini e diventerà una minaccia per tutta l’Europa». «I vescovi europei e le comunità cristiane – conclude la nota – pregano per le vittime di questo conflitto e per i loro familiari, sono vicini a quanti soffrono per questi atti di violenza».

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Da Emergency la constatazione di un evento che ha dell’incredibile: «È iniziata una nuova guerra in Europa».

«Sembrava impossibile che questa decisione prendesse il sopravvento, dopo che solo pochi mesi fa il conflitto afgano aveva dimostrato il fallimento totale della guerra e dopo due anni di emergenza sanitaria che hanno stravolto le vite di tutti noi.

Invece, anche questa volta, le scelte della politica ignorano la salvaguardia della vita delle persone. Si sceglie di nuovo la logica della guerra, praticata o provocata, come strumento per la risoluzione delle controversie internazionali.

Chiediamo che i Paesi coinvolti tornino al tavolo dei negoziati e che l’Europa, che è stata insignita del Nobel per la pace, eserciti la sua influenza e faccia tutto quello che è in suo potere per fermare il conflitto.

Chiediamo a tutti coloro che rifiutano la guerra di far sentire forte la loro voce: basta armi, basta vittime».

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Secondo Tonio Dell’Olio, su “Mosaico dei giorni”, rubrica di Mosaico di pace, questo è «Il tempo del silenzio» che si fa preghiera.

«Quando le bombe fanno rumore e le esplosioni urlano l'odio, a nulla serve gridare più forte, imprecare, levare la voce. Quando la politica, il dialogo e la diplomazia cedono il passo allo stato maggiore e alla tattica militare, le parole, le dichiarazioni tardive e le buone maniere non fermano la distruzione. Insomma la guerra si vince sui decibel. La pace è questione di silenzio. Per questo serve qualcosa di più profondo piuttosto che di più urlato. E questo è il tempo del silenzio che si fa preghiera, come le lacrime e il dolore delle vittime. Questo è il tempo di pensare con gli occhi e con l'anima. Con gli stessi sentimenti della mamma di Kiev che guarda il proprio bambino di pochi mesi. Con un tempismo dello Spirito, Papa Francesco ha invocato il digiuno: "E ora vorrei appellarmi a tutti, credenti e non credenti. Gesù ci ha insegnato che all'insensatezza diabolica della violenza si risponde con le armi di Dio, con la preghiera e il digiuno". E ha convocato una "Giornata di digiuno per la pace" per il prossimo 2 marzo, Mercoledì delle ceneri. Un silenzio che è esattamente il contrario della connivenza e della rassegnazione di fronte alla "insensatezza diabolica della violenza"».

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Caritas Internationalis ribadisce la necessità di garantire protezione e l'accesso all'assistenza umanitaria: «L'Ucraina rischia una catastrofe umanitaria».

 «Gli eventi che sono cominciati questa mattina presto porteranno inevitabilmente ad una colossale catastrofe umanitaria. È impossibile credere che nel XXI secolo, nel centro dell'Europa la gente debba svegliarsi alle 5 del mattino per le esplosioni e il suono delle sirene dei raid aerei». Queste le parole Tetiana Stawnychy, presidente di Caritas Ucraina, dopo l'attacco su vasta scala lanciato nelle prime ore di oggi nel Paese.

Caritas è al momento profondamente preoccupata per l'impatto di questo intervento sulla popolazione ucraina, che già versa si trova in condizioni critiche ad otto anni dall'inizio della crisi che ha causato la morte di 14.000 persone e lo sfollamento di altri 1,5 milioni.

La Confederazione Caritas lancia un appello d'emergenza per sostenere il lavoro di Caritas Ucraina. Il programma mira a sostenere le persone colpite dal conflitto con cibo, acqua potabile, alloggi sicuri e kit per l'igiene, oltre a garantire un trasporto sicuro alle persone vulnerabili per raggiungere i loro cari e le aree sicure. «Abbiamo bisogno del vostro sostegno per avere la possibilità di rispondere alla crisi umanitaria e assistere le persone colpite dalla guerra».

Già dalla fine dell'estate 2021, in particolare nell'Ucraina orientale, Caritas ha preparato la risposta umanitaria per la possibile escalation del conflitto in modo da rafforzare la propria rete e aumentare la propria capacità nonché formare personale e volontari. Sono stati inoltre pre-posizionati temporaneamente dei centri per accogliere e garantire l'assistenza agli sfollati interni, il cui numero molto probabilmente aumenterà considerevolmente in seguito all'inizio dell'intervento militare. I numeri dell'emergenza sono già drammatici: «Prima dell’attacco, su entrambi i lati della linea di contatto, vi erano già almeno 2,9 milioni di persone che necessitano di assistenza umanitaria. Ora questi numeri sono destinati ad aumentare», aggiunge Stawnychy.

Caritas Ucraina è sostenuta da 36 organizzazioni della Confederazione Caritas nell'assistenza alla popolazione bisognosa.

«Non possiamo ignorare le tragiche implicazioni umanitarie di questa guerra», afferma il segretario generale di Caritas Internationalis Aloysius John. «È dovere della comunità internazionale proteggere il popolo ucraino e garantire che abbiano accesso all'assistenza umanitaria». Caritas Internationalis ribadisce la necessità che tutte le persone, in particolare le più vulnerabili, possano accedere all'assistenza umanitaria e che sia garantita la libertà di movimento per coloro che fuggono dal conflitto. «Siamo tutti chiamati ad agire. Quello che sta accadendo in Ucraina sta mettendo in pericolo la stabilità e la pace internazionale e, come ha sottolineato il Santo Padre, sta “screditando il diritto internazionale”».

Chiunque desideri sostenere l’opera di Caritas Ucraina può farlo donando qui https://www.caritas.org/ukraine-appeal-22/

*Foto tratta da pxhere.com, immagine originale e licenza

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