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Garantire accoglienza ai profughi della guerra in Ucraina: l’appello del Tavolo Asilo

Garantire accoglienza ai profughi della guerra in Ucraina: l’appello del Tavolo Asilo

In un comunicato diffuso questa mattina, le 27 organizzazioni sociali afferenti al Tavolo Asilo e Immigrazione – tra le quali Acli, Action Aid, Amnesty International Italia, Arci, Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (Asgi), Caritas Italiana, Centro Astalli (gesuiti in Italia), Cgil, Cnca, Emergency, Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, Fondazione Migrantes della Cei, Legambiente, Movimento Italiani Senza Cittadinanza, Oxfam Italia e Save The Children Italia – chiedono al governo italiano e all’Unione Europea «un piano europeo d’accoglienza» per garantire libero accesso al territorio europeo ai profughi della guerra in Ucraina, con una equa suddivisione tra i Paesi.

«È tornata la guerra in Europa», ammette con amarezza la nota: «Un incubo che speravamo di esserci lasciati alle spalle ma di cui purtroppo non sembriamo in grado di liberarci. D’altronde se non si lavora per costruire la pace, ma si alimentano confronti muscolari e si aumentano le spese militari, il risultato non può che essere tragico».

Quando non si persegue la via della diplomazia, a pagare il prezzo più alto del conflitto armato sono le popolazioni civili, ricorda il comunicato del Tavolo Asilo. «In seguito ai bombardamenti e alle violenze migliaia di persone sono in fuga e cercheranno protezione. Facciamo appello al nostro governo e all’Ue affinché le persone costrette a fuggire trovino le frontiere europee aperte e accessibili e affinché si predisponga con urgenza un piano europeo d’accoglienza con una suddivisione equa tra i Paesi membri». Imigranti provenienti dall’Ucraina dovranno essere accolti come profughi di guerra e trovare protezione. E per questo la comunità internazionale deve provvedere ad inserire il Paese nelle liste dei Paesi insicuri per le popolazioni locali. «Non possiamo e non vogliamo accettare nessuna ipotesi di chiusura di fronte alle vittime di una guerra scoppiata nel cuore dell’Europa e che i nostri governi troppo poco hanno fatto per scongiurare».

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