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“Ero Straniero”: un appello per i migranti e i lavoratori ucraini in Italia

“Ero Straniero”: un appello per i migranti e i lavoratori ucraini in Italia

Di fronte alla crisi che imperversa nell’Ucraina in guerra, e che ha suscitato una grande mobilitazione di solidarietà in tutta Europa, resta preoccupante la situazione dei circa 230mila migranti ucraini che vivono e lavorano in Italia. 20mila di loro, spiega il primo marzo la campagna “Ero Straniero” «hanno aderito alla regolarizzazione del 2020 col desiderio di uscire quanto prima dalle maglie del lavoro nero e poter godere di tutte le garanzie e i diritti che spettano a lavoratrici e lavoratori nel nostro Paese». La campagna ha monitorato costantemente l’andamento delle regolarizzazioni dal varo della normativa sull’emersione del lavoro nero e ha constatato che, «a quasi due anni dal varo della misura, l’esame delle domande procede con gravissimo ritardo e, come abbiamo più volte sottolineato, tale ritardo nella realtà significa precarietà perché la mancanza del permesso di soggiorno impedisce di fatto di poter accedere a tutte le tutele previste per le persone straniere residenti nel nostro Paese». In questa situazione di incertezza e di pericolo per la popolazione ucraina, l’esigenza di stabilità e regolarità si fa sempre più pressante: «Torniamo quindi a ribadire – afferma la campagna – la richiesta al governo di intervenire immediatamente per velocizzare l’iter di tutte le domande di emersione e portarle a termine, mettendo fine all’attesa e all’incertezza di decine di migliaia di donne e uomini».

In questa situazione di guerra, che rende più difficoltoso richiedere e ottenere i documenti necessari, occorre velocizzare e snellire le procedure di ricongiungimento familiare, per consentire ai parenti dei nostri migranti di raggiungere il prima possibile l’Italia, spingendosi «anche oltre i limiti procedurali attualmente posti dalla normativa italiana».

Infine, “Ero Straniero” si unisce alla richiesta al governo, reiterata dalle organizzazioni della società civile «di attivare tutti i canali a propria disposizione per arrivare, come annunciato dal presidente del Consiglio Mario Draghi poco fa in Parlamento, all’implementazione da parte dell’Unione europea della direttiva 55 del 2001 sulla protezione temporanea per le persone ucraine in fuga garantendo loro il diritto all’accoglienza e a tutti i diritti sociali fondamentali quali lavoro, formazione, assistenza e istruzione per i minori, con l’auspicio che tali meccanismi di protezione diventino prassi, senza dover assistere mai più ai respingimenti avvenuti alle frontiere europee e alle violazioni compiute finora».

La campagna per cambiare l’ordinamento giuridico italiano in materia di immigrazione “Ero straniero-L’umanità che fa bene” è stata lanciata nell’aprile 2017 da Radicali Italiani, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani”, ACLI, ARCI, ASGI, Centro Astalli, CNCA, A Buon Diritto, CILD, insieme a Oxfam, ActionAid, Legambiente, Scalabriniani, AOI, Federazione Chiese Evangeliche Italiane (Fcei), Comunità di Sant’Egidio, Fondazione Migrantes, Caritas italiana, CGIL, Altromercato, Emergency e decine di altre organizzazioni, con il sostegno di centinaia di sindaci e di numerose personalità pubbliche, tra le quali anche papa Francesco.

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