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L'Italia complice della repressione in Egitto.

L'Italia complice della repressione in Egitto. "Nigrizia" sul report di EgyptWide

«L’Italia ha contribuito al deterioramento dei diritti umani in Egitto, grazie ad una serie di accordi di cooperazione a livello bilaterale e multilaterale che hanno fornito addestramento ed equipaggiamento alle forze di sicurezza del regime». Così riassume Nigrizia (24 giugno) il report (qui in italiano) del think tank EgyptWide che ha per titolo “Complici ufficiali: l’impatto della cooperazione di polizia di Italia-Egitto sui diritti umani”. «Il report – spiega il mensile dei religiosi comboniani – analizza l’evoluzione della cooperazione tra polizia egiziana e italiana nei dieci anni che hanno segnato la storia recente egiziana (2010-2020), dalle proteste di piazza Tahrir alla repressione dopo il golpe militare del 2013».

Dall’analisi emerge che l’Egitto – che continua a nascondere la verità sull’uccisione di Giulio Regeni e che ha ancora rinviato il processo al prossimo 27 settembre di Patrick Zaki – «è sprofondato in un autoritarismo sempre più paranoico e repressivo in cui gli apparati di sicurezza dello Stato hanno esteso il loro controllo su ogni aspetto della vita del Paese». Malgrado ciò, «alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, hanno puntato a una nuova architettura delle relazioni euro-Mediterranee seguendo gli slogan della “stabilità”, “sicurezza” e controllo dei flussi migratori».

Il report cita fonti del Ministero dell’Interno italiano per documentare che, scrive Nigrizia, «sono proliferate le iniziative bilaterali tra polizia italiana ed egiziana per rafforzare le capacità operative degli apparati di sicurezza egiziani, inclusa la fornitura di equipaggiamento paramilitare gratuito e corsi di formazione (tra cui l’Itepa – International Training Centre at the Egyptian Police Academy), nell’ambito di un numero crescente di scambi di esperti, conferenze, summit bilaterali tra le polizie dei due Paesi. I poliziotti egiziani, tra il 2016 e il 2019, hanno seguito corsi di formazione e usato strumenti forniti dalla polizia di stato italiana, i carabinieri e il Nucleo operativo centrale di sicurezza (Nocs). Nel report si legge che, nonostante la progressiva soppressione delle libertà democratiche e dei diritti umani, come riconosciuto da organismi internazionali tra cui le Nazioni Unite, l’Italia ha contribuito attivamente a rafforzare il potere e la legittimità degli apparati di sicurezza egiziani».

Otto organizzazioni per la difesa dei diritti umani, tra cui Amnesty International e il Cairo Institute for Human Rights Studies hanno pubblicato una lettera indirizzata ai ministri degli Esteri dell’Unione Europea «chiedendo di usare il prossimo incontro dell’Eu-Egypt Association Council – riferisce il mensile - per sollevare la mancanza di rispetto dei diritti umani in Egitto. In particolare si fa riferimento ad alcune condizioni per il futuro delle relazioni tra Unione europea ed Egitto come il rilascio dei prigionieri politici, alla moratoria sull’uso della pena di morte, la fine delle pratiche di tortura e le sparizioni forzate».

Non lascia ben sperare il fatto che «pochi giorni fa, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha visitato il Cairo» dove ha firmato un memorandum d’intesa che accrescerà le forniture di gas naturale dal Mediterraneo orientale per far fronte agli effetti della guerra in Ucraina. «Von der Leyen ha anche promesso 100 milioni di euro per sostenere il Paese in caso di crisi alimentare dovuta a insufficienti forniture di grano da Russia e Ucraina».

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