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Allarme del WWF per la legge europea sulla deforestazione: inefficace perché debole

Allarme del WWF per la legge europea sulla deforestazione: inefficace perché debole

«L'Europa è uno dei maggiori responsabili della deforestazione globale, seconda solo alla Cina. L'Ue è responsabile del 16% della deforestazione tropicale legata al commercio internazionale attraverso l'importazione di prodotti come carne bovina, soia, olio di palma, gomma, legname, cacao e caffè e i loro derivati». «In Amazzonia, la deforestazione ha raggiunto il livello più alto degli ultimi 15 anni, e l’Ue ha un peso importante in questo problema. Un cittadino europeo consuma in media 60,6 kg di soia all’anno, il principale mangime animale utilizzato per produrre prodotti lattiero-caseari, pesce, carne di maiale, manzo e pollo. Nel 2018, più dell’11% della soia importata in Europa proveniva dall’Amazzonia». Malgrado questi dati, diffusi dal WWF, malgrado si sia appena celebrata (22 giugno) la Giornata mondiale della foresta pluviale, ieri, informa allarmata l’associazione ambientalista, «i ministri del Consiglio Ambiente dell'Unione Europea hanno votato per indebolire la legge europea sulla deforestazione, nonostante i cittadini, gli scienziati e le aziende chiedessero prodotti privi di distruzione della natura sul mercato europeo».

È una legge, commenta afferma Anke Schulmeister - Oldenhove, responsabile delle politiche forestali presso l'Ufficio politiche europee del WWF che offre «scappatoie alle aziende per poterla aggirare», che non include, come dovrebbe, «altri ecosistemi minacciati oltre le foreste» in modo da affrontare «il degrado di tutte le foreste, non solo quelle di un tipo specifico come quelle tropicali». Solo così potrebbe «sostenere un reale cambiamento sul campo».

«La proposta della Commissione europea pubblicata lo scorso novembre – leggiamo nel comunicato dell’associazione - conteneva elementi forti, che hanno portato un raggio di speranza per la natura e le persone di tutto il mondo», come la proposta che prevede che «i prodotti che entrano nel mercato dell'Ue siano esenti da deforestazione e degrado forestale. Erano previste anche misure forti per far rispettare la legislazione in tutta l'Ue, tra cui un numero minimo di controlli e multe che devono essere proporzionali al danno ambientale causato e al suo valore, e un quadro più chiaro per gli Stati membri sulle modalità di esecuzione di verifiche e controlli. Naturalmente erano rimaste alcune lacune, segnalate dal movimento #Together4Forests, come l'esclusione di altri ecosistemi dall'ambito di applicazione della normativa, ma la nuova legge era sulla strada giusta per realizzare un vero cambiamento».

Tuttavia, dopo il voto del 28 giugno, non sembra più così: «Gli Stati membri hanno deciso di eliminare molti elementi chiave della legge. Hanno diluito la definizione di "degrado forestale" in modo da ostacolarla più che aiutarla. Inoltre, una scappatoia esistente nella proposta della Commissione europea, che permetteva alle aziende che si riforniscono da Paesi "a basso rischio" di non effettuare una valutazione del rischio, è stata ampliata eliminando un numero minimo di controlli per questi prodotti. Inoltre, il Consiglio non ha incluso altri ecosistemi oltre alle foreste, sebbene anch'essi siano minacciati, lasciando aperta un'altra falla. Tutti questi elementi combinati nella futura legge europea sulla deforestazione la fanno sembrare sempre più inefficace».

Ecco i tre principali punti deboli della legge europea sulla deforestazione individuati dall’associazione e che gli eurodeputati devono affrontare nelle prossime discussioni:

«Definizioni deboli. Nella definizione attuale, il "degrado forestale" si riferisce solo alla conversione di foreste primarie (cioè vecchie, non toccate dall'attività umana) in piantagione e altri terreni boschivi. Ma le foreste vengono distrutte anche in una serie di altri modi che portano alla perdita di biodiversità o che riducono la loro capacità di combattere il cambiamento climatico.

Solo foreste. Non includendo altri ecosistemi, si ignora la massiccia minaccia cui questi sono già sottoposti a causa dei consumi dell'Ue. Questo probabilmente sposterà la pressione della deforestazione dalle foreste ad altri luoghi unici, come le savane e le torbiere.

Mancanza di condizioni di parità. Sostenendo regole semplificate per le aziende che si riforniscono da Paesi "a basso rischio", senza un livello minimo di controlli, gli Stati membri stanno creando scappatoie che possono essere facilmente superate. Una massiccia riduzione dei controlli (dal 5% all'1% per i prodotti provenienti da paesi a rischio "normale/standard" e dal 10% al 5% per i prodotti provenienti da regioni ad "alto rischio" di deforestazione) spalancherà la porta ai prodotti legati alla deforestazione per entrare nel mercato dell'UE».

La grave situazione ambientale ci dice che è tempo di cambiare, «ma questa posizione dell’Environmetal Council non lo sta facendo». L’associazione sollecita allora l’intervento dell’opinione pubblica: «Attraverso un nuovo strumento del WWF ora attivo alla pagina #Together4Forests del WWF Italia, dobbiamo chiedere al più presto ai nostri europarlamentari di cambiare rotta e di difendere le foreste durante i prossimi negoziati su questa nuova legge».

*Foto presa dal web

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