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Farmaci, vaccini e ricerca medica per il bene comune: un appello alle istituzioni europee

Farmaci, vaccini e ricerca medica per il bene comune: un appello alle istituzioni europee

Un progetto pubblico per la realizzazione di una struttura europea in grado di sviluppare vaccini, farmaci e tecnologie mediche «come bene comune», sottraendo il destino di milioni di vite alla logica degli interessi privati dell'industria farmaceutica: è la proposta che si discuterà il prossimo 28 settembre al Parlamento Europeo e che trova il plauso di scienziati, economisti e rappresentanti di organizzazioni della salute in Italia, soprattutto in questa fase di recrudescenza della pandemia, che prelude, probabilmente, a nuove restrizioni e, sicuramente, a nuovi investimenti in farmaci, strumenti diagnostici e campagne vaccinali.

«La pandemia Covid 19 mostra quanto le priorità della ricerca biomedica siano di fatto controllate dall’industria farmaceutica, nonostante generosi sussidi pubblici», si legge in una nota del Forum Disuguaglianze e Diversità. Le industrie farmaceutiche operano evidentemente su un “mercato” capace di garantire profitti sostanziosi e per questo tendono a trascurare ambiti meno redditizi, come le malattie rare, le malattie tropicali, o i fattori di rischio alla salute pubblica causati da marginalità e povertà. E così farmaci e vaccini poco remunerativi non vengono testati, prodotti e diffusi alle popolazioni interessate. Per questo il 28 settembre rappresenta «un’opportunità senza precedenti di andare in una direzione diversa, mettendo al primo posto il diritto alla salute»: gli europarlamentari discuteranno «l’idea di costituire un’infrastruttura pubblica comune di ricerca biomedica, per lo sviluppo autonomo di nuovi farmaci, vaccini, diagnostica e tecnologie medicali, orientata dai bisogni della salute, sostenuta dai governi della UE, aperta a paesi terzi, in dialogo con la società civile, in grado di valorizzare le eccellenti capacità esistenti in Europa nelle Università, negli istituti no-profit, nelle imprese innovative, sulla base di contratti trasparenti e senza esclusive brevettuali».

In Italia parte oggi un’importante mobilitazione, nata in seno al Forum Disuguaglianze e Diversità, a sostegno della proposta che si discuterà a settembre: una lettera-appello per chiedere alle istituzioni europee e ai governi degli Stati membri di orientare ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini non al mercato ma all’interesse pubblico. Tra i promotori della lettera – che si può consultare integralmente sul sito del Forum – Massimo Florio (professore di Scienza delle Finanze, dell’Università di Milano, membro del Forum Disuguaglianze e Diversità), Fabrizio Barca (co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità), Silvio Garattini (presidente dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”), Giuseppe Remuzzi (direttore scientifico del “Mario Negri” e docente dell’Università di Milano), Vittorio Agnoletto (medico, coordinatore campagna NO profit on pandemic), Nicoletta Dentico (giornalista cofondatrice dell’Osservatorio Italiano sulla Salute Globale), Roberto Romizi (presidente Associazione Medici per l'Ambiente ISDE Italia) e Giuseppe Masera (già direttore Emato-oncologia pediatrica dell’Università Milano Bicocca. L’appello ha già raccolto le adesioni di numerose personalità del mondo scientifico, politico e associativo (è possibile sottoscrivere l’appello inviando un’email a perbiomedeuropa@gmail.com indicando nome, cognome, ruolo e appartenenza, ed esplicitando il consenso a pubblicare il proprio nome sul sito del Forum).

Leggi il testo della lettera-appello!

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