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Quel divorzio tra cattolicesimo e politica: Andrea Riccardi su

Quel divorzio tra cattolicesimo e politica: Andrea Riccardi su "Famiglia Cristiana"

Famiglia Cristiana, a una ventina di giorni dalle elezioni del 25 settembre prossimo, pubblica un’intervista al fondatore della Comunità Sant’Egidio, già ministro della Cooperazione internazionale nel governo Monti, Andrea Riccardi, sul ruolo dei cattolici nella politica e nella società italiana. Nella storia del Paese i cattolici hanon sempre avuto un ruolo “forte”, spiega Riccardi: «Nei momenti di crisi hanno facilitato la coesione sociale, la tenuta del tessuto lacerato del nostro Paese, tenendo insieme realtà diverse, da Nord a Sud. Però mi chiedo che voce abbiano questo cattolicesimo e questa Chiesa a livello politico e culturale». Non tanto oggi, in questa campagna elettorale «che ha toni alti, spesso rivelatori dell’assenza di cultura politica e di governo delle nostre forze partitiche», ma sul lungo periodo, nell’edificazione di una cultura politica e sociale, oggi totalmente assente.

«Essere andati a elezioni anticipate non è stato un grande gesto di responsabilità in un contesto fatto di una gravissima crisi energetica e una guerra alle porte di casa», ammette Riccardi. «Avevamo bisogno di un governo Draghi almeno per uscire da quest’inverno e intraprendere con Macron e Scholz un’azione politica europea sulla questione ucraina. Ma ormai è fatta e far parlare il popolo non è mai inopportuno».

Nel corso degli anni la politica ha “divorziato” dalla cultura ma si è anche allontanata dal mondo cattolico, avverte Riccardi, che in grande parte oggi dice di volersi astenere dal voto. «Molti tra i cattolici che si astengono non vogliono votare a destra. Sul tema migranti, per esempio, non condividono le idee della destra. Una convinzione che non parte solo dalla carità e dal senso di giustizia dei cattolici, ma anche da una visione del Paese (...). Dall’altra parte i cattolici si astengono anche a sinistra per il loro “radicalismo”, nel senso pannelliano, tutto impostato sui diritti individuali, come il gender, meno sui temi dei diritti sociali o della famiglia. Non si può dire che i cattolici si ritrovano nel centro: questo centro non c’entra molto con loro. Il centro dovrebbe essere moderato e qui mi pare che sia molto agitato e dunque si va verso l’astensione».

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