Parroco del veronese: votate contro i programmi "liberticidi", votate a destra
Più che altro irritazione ha provocato a Sona, nel veronese, l'opuscolo di otto pagine, Pensieri e pensierini in vista delle elezioni politiche del 25 settembre, distribuito fuori dalla chiesa di Sona. L’opuscolo è anonimo, ma circola un documento digitale con lo stesso testo con tanto d'intestazione e stemma del parroco della chiesa, don Giorgio Zampini. «In questi ultimi mesi non poche persone ci hanno raggiunti in vari modi per chiedere cosa fare nelle prossime elezioni politiche – motiva lo scrivente –. Per questo in occasione del prossimo diritto e dovere di recarsi alle urne e nella confusione che regna sovrana in questi tempi, abbiamo riflettuto e ritenuto indispensabile non lasciare senza consiglio chi a noi si è rivolto, imbarazzato per quanto si dovrà compiere domenica 25 settembre». Qual è il consiglio? Presto detto: “Votate la destra”.
Scrive: «Qui occorre scegliere partiti che condividano la nostra esperienza religiosa e possiamo essere liberi di professare la nostra fede. Devono anche rispettare il crocifisso come segno religioso e culturale. Occorre scegliere un partito che non sia fra quelli che promuovano il ddl Zan, un decreto liberticida». «Diventa importante cercare almeno quei partiti che difendono la vita, che sono contro la violenza ai bambini, che non aprano all’utero in affitto, che non approvino legalizzazioni di droghe leggere e quindi la coltivazione della cannabis con la scusa di far del male alla mafia; occorre scegliere partiti che difendano la sacralità della famiglia, cellula fondamentale della società e soprattutto non la equiparino ad altri tipi di famiglie, chiamando le unioni civili matrimoni e attualmente matrimoni egualitari quelli che dovrebbero nascere da “diritti civili” circa i matrimoni che poi sono unioni civili fra persone dello stesso sesso» e ancora «occorre fare una scelta che difenda il valore della vita nel suo nascere e nel suo morire, che ci sia attenzione al valore della solidarietà e dell’accoglienza evitando la tratta di “nuovi schiavi” favorendo l’immigrazione di massa».
L’Arena ha fatto un rapido sondaggio fra i cittadini del paese. In gran parte reputano l’iniziativa del parroco «un'ingerenza bella e buona», dice un avventore del bar in piazza, perché «ognuno dovrebbe badare al proprio ambito, e non è la politica che compete a un prete». Di fronte al suo caffè, Giuseppe Crea, esercente e consigliere comunale assicura: «Di certo rispecchia l'opinione di una persona, che sia don Giorgio o un altro l'autore non importa, e non il pensiero di una comunità». Una signora d’età commenta: «Voto da 60 anni e non ho mai ascoltato neppure mio marito, vuole che ora mi metta ad ascoltare il prete?».
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