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Dichiarazione contro le armi esplosive nelle aree abitate: Rete Pace e Disarmo in prima linea

Dichiarazione contro le armi esplosive nelle aree abitate: Rete Pace e Disarmo in prima linea

«Al via a Dublino la Conferenza internazionale per proteggere i civili dalle armi esplosive nei conflitti armati»: in un comunicato di oggi, la Rete Italiana Pace e Disarmo (Ripd) – alla quale aderiscono decine di associazioni della società civile, laiche o di ispirazione religiosa, tra le altre Acli, Agesci, Amici della mezza luna rossa palestinese, Associazione di Cooperazione e di Solidarietà Internazionale (AOI), Iriad, Arci, Associazione per la pace, AssopacePalestina, Cgil, Cipax, Cnca, Focsiv, Fondazione Finanza Etica, Legambiente, Movimento nonviolento, Un ponte per…, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, Beati i costruttori di Pace, Commissione Globalizzazione e Ambiente della FCEI, Conferenza degli Istituti Missionari in Italia, Gruppo Abele, Libera, Noi Siamo Chiesa, Opal Brescia e Pax Christi Italia – saluta con entusiasmo la conferenza internazionale, a Dublino il 18 novembre, per l’adozione della Dichiarazione contro l’uso di armi esplosive nelle aree popolate e nei centri urbani.

A Dublino, spiega la Ripd – che parteciperà alla conferenza insieme alla Campagna Italiana contro le Mine e all’Associazione Nazionale Vittime Civile di Guerra, tutti partner dell’iniziativa italiana “Stop alle bombe sui civili” – «gli Stati saranno chiamati ad assumersi ufficialmente degli impegni per garantire maggiore protezione dei civili nei conflitti armati, limitando l’uso di queste armi. È la prima volta in assoluto che tra gli Stati trovano un’intesa sull’impiego delle armi esplosive nelle guerre per scongiurare i danni umanitari derivanti dal loro impiego nelle zone densamente abitate. Al momento più di 60 Stati – tra cui l'Italia – hanno deciso di aderire e saranno presenti a Dublino per firmare questo storico documento».

Sono 5 i fronti su cui la Dichiarazione impegna gli Stati aderenti: «riconoscimento ufficiale del danno umanitario causato dalle armi esplosive; rafforzamento e implementazione dei principi di protezione stabiliti dal vigente diritto internazionale umanitario; restrizioni e limitazioni di uso nelle aree urbane delle armi esplosive; riconoscimento del danno alle vittime e impegno per la loro assistenza; raccolta e scambio di dati sull’uso di queste armi da parte degli Stati».

Il giorno prima della conferenza di approvazione della Dichiarazione, la società civile si riunirà per discutere una strategia globale di promozione degli impegni contenuti nella Dichiarazione. Promuove l’iniziativa la rete internazionale Inew (International Network on Explosive Weapons), fondata nel 2011 a Ginevra e coordinata da una serie di ong, tra le quali Human Rights Watch, Oxfam, Save the Children e Women's International League for Peace and Freedom (Wilpf).

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