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Iran: esecuzioni, atrocità e violazioni. Il rapporto di Human Rights Monitor

Iran: esecuzioni, atrocità e violazioni. Il rapporto di Human Rights Monitor

In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, Iran Human Rights Monitor pubblica il suo rapporto annuale.

La traduzione praticamente integrale del rapporto è riportata dal sito dell’associazione Nessuno tocchi Caino. I dati raccolti sono raggelanti, e ciò malgrado, avverte il rapporto, «le informazioni fornite in questo rapporto riflettono una piccola parte della realtà in Iran. La censura e la mancanza di trasparenza, così come l'assenza di organizzazioni indipendenti per i diritti umani nel Paese, rendono molto difficile l'accesso ai dettagli richiesti».

Il lavoro non può esimersi da una considerazione iniziale: «La primissima Carta dei Diritti Umani fu scritta da Ciro il Grande nel 538 a.C. Simboleggia anche la grande civiltà dell'Iran. In un'epoca in cui i re amavano uccidere, saccheggiare e conquistare, Ciro il Grande fondò il suo impero sulla pace e sulla giustizia. In questa iscrizione Ciro parla della libertà di adorare gli dei e della libertà dell'umanità, segnando i suoi valori umanistici». Terribile e amara è la constatazione che chiude il suddetto incipit: «Nonostante questa eredità, il popolo iraniano attualmente è governato da un regime repressivo».

I primi dati riportati riguardano le esecuzioni: da 43 anni l’Iran detiene il più alto tasso di esecuzione pro capite al mondo, con un forte aumento delle esecuzioni nel 2022 rispetto al 2021. «È l'ennesima violazione dei diritti umani», osserva Iran Human Rights Monitor. «Nel 2021, Iran Human Rights Monitor ha riferito di almeno 366 esecuzioni effettuate nelle carceri iraniane. Alla data del 10 dicembre 2022 sono state eseguite almeno 553 esecuzioni (secondo il conteggio di Nessuno tocchi Caino sono 579). Una volta e mezza in più rispetto allo scorso anno. Naturalmente, il numero effettivo è molto più alto e non siamo in grado di fornire una scala esatta perché molte esecuzioni in Iran vengono compiute in segreto. La maggior parte di queste esecuzioni non è stata resa nota dalla magistratura o dalle istituzioni competenti. Poiché l'identità di molti prigionieri giustiziati rimane sconosciuta, vengono chiamate esecuzioni segrete».

Dopo le proteste a livello nazionale in Iran, iniziate il 16 settembre 2022, in seguito all'assassinio di Jina (Mahsa) Amini, «le forze di sicurezza dello Stato hanno usato una repressione brutale e un'evidente violenza contro i manifestanti», molti dei quali picchiati, feriti e in 35 casi accertati uccisi a colpi di manganello.

«Il numero di manifestanti uccisi in Iran, fino a sabato 10 dicembre 2022, è di 577 persone. La cifra reale è di almeno 700 persone ma solo 577 vittime sono state certificate». Di questi 60 erano donne, 65 minorenni, anche bambini.

Le atrocità verificate da Iran Human Rights Monitor non finiscono qui, riguardano anche il trattamento che subiscono i prigionieri e dati riguardanti regioni particolari, per esempio il Kurdistan iraniano. Per una più completa informazione rimandiamo al rapporto in versione italiana.

* Immagine di Fifaliana Joy da Pixabay

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