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Africa: abissi di soldi. E di orizzonti

Africa: abissi di soldi. E di orizzonti

Tratto da: Adista Notizie n° 3 del 28/01/2023

Mentre il ritmo del mondo è, in gran parte, sintonizzato su altre frequenze, l’imminente viaggio di papa Francesco in Repubblica Democratica del Congo (RdCongo) e in Sud Sudan traccia la strada controcorrente del Vangelo nelle periferie. Per il riscatto della dignità, della pace e della speranza. Mondi agli antipodi. L’ultimo rapporto Oxfam, uscito in questi giorni, è crudele: tra fine 2019 e fine 2021 l’1% più abbiente della popolazione mondiale ha incassato una quota dell’incremento della ricchezza quasi doppia rispetto a quanto è andato al rimanente 99%. Insomma i pochi che non sanno più dove accatastare le ricchezze continuano ad accumulare mentre i tantissimi che arrancano rallentano ancora di più. I primi sfilano in questi giorni a Davos sulle ricche colline svizzere. Gli ultimi stentano nel caos delle periferie globali dove si orientano il cuore e lo sguardo del Francesco di Roma, attento al grido degli impoveriti come l’omonimo di Assisi. Mentre i riflettori del mondo fanno luce sulle vicende del mondo che conta, Bergoglio prepara le valigie per il viaggio della vita, a fine mese, verso i dimenticati della terra in Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. Popolazioni martoriate da continui attacchi armati e violenze inarrestabili per il controllo della terra, dei minerali, del petrolio, delle mandrie: l’ultimo, domenica scorsa in Rd Congo, nella chiesa di Kasindi durante la Messa, territorio di Beni in Nord Kivu, che ha provocato la morte di 17 fedeli. Francesco parte come ostinato pellegrino di Pace per indicare un orizzonte diverso al mondo. Aveva rinunciato in luglio scorso per il problema al ginocchio. Ma in cuor suo non ha mai dimenticato quei popoli e sa bene cosa vuol dire per loro il suo passaggio. A Kinshasa, capitale della Rd Congo, lo aspettano in 5 milioni. A Juba, capitale del Sud Sudan, in 2 o più. Lo aspettavano anche a Goma, epicentro di quell’est della Rd Congo, teatro di continue incursioni armate che oggi hanno portato ad una vera e propria guerra con il vicino Rwanda. Ma lì ha dovuto rinunciare. Sentirsi visitati dal papa è per gli abitanti massacrati di quelle terre, ai confini del mondo, il segno di valere davvero, di essere degni e fieri delle proprie origini. Segno di onore incredibile. Uno di quegli eventi da inserire sul calendario della storia nazionale. Mai un papa si era spinto oltre, in territori di guerra. Francesco sta dicendo al mondo dove volgere lo sguardo: verso le Galilee di oggi. Per chinarsi davanti ai drammi della storia, come fece nell’aprile del 2019 baciando a Roma i piedi di Salva Kiir e Riek Machar, leader del Sud Sudan insanguinato da una guerra fratricida iniziata nel 2013, raccogliere semi di speranza e di perdono e alzare sguardo e cuore verso l’orizzonte della pace e della giustizia. Quello che ancora stenta in molte aree di crisi nel continente. In Sud Sudan innanzitutto, dove l’accordo di pace tra i vari attori ed etnie in gioco procede molto a rilento, gli scontri armati continuano in varie regioni e il governo di unità nazionale nella fase transitoria si trascina al punto che le elezioni, previste per quest’anno, sono state rimandate al 2024; RdCongo dove, all’est, nelle regioni di Ituri, Nord e Sud Kivu, le continue incursioni terroristiche del gruppo armato M23, sostenuto dal Rwanda, seminano il terrore e provocano una crisi regionale anche con Uganda e Burundi assetate di minerali per conto terzi (Paesi occidentali in primis), mettendo allo sbando un Paese che prevede di andare al voto nel dicembre di quest’anno. E a repentaglio la stabilità di tutta l’area dei Grandi Laghi. Sono queste le periferie e gli orizzonti di Francesco; intere regioni geografiche, Paesi, popoli, minoranze minacciati nell’esistenza. Perché, mentre un certo tipo di mondo sembra avere il diritto di vivere, loro devono chiederne il permesso. Non è così nell’orizzonte del Vangelo. E oggi, più che mai, servono gesti profetici, parole vere, viaggi e pellegrinaggi simbolici per ribadirlo con forza.

*Filippo Ivardi Ganapini? è missionario comboniano

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