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Alex Zanotelli: il «suprematismo bianco» è il «collante di questo governo di ultradestra»

Alex Zanotelli: il «suprematismo bianco» è il «collante di questo governo di ultradestra»

«Un governo non di destra ma di ultradestra, ispirato dal senso del suprematismo bianco»: la definizione che non lascia spazio ad ambiguità di sorta è del missionario comboniano Alex Zanotelli nell’intervista rilasciata al Riformista (25/1/23). Il Decreto Migranti, spiega, «rivela il sottofondo di questo governo», «qualcosa di profondo che non riusciamo a scrollarci di dosso e che questo governo incarna. In tutte le sue componenti. Non solo Meloni e Salvini, ma anche Berlusconi. Mi sono riascoltato una conferenza stampa che lui fece diversi anni fa a Berlino. C’è da rabbrividire. Sosteneva che noi, portatori di una civiltà superiore, avevamo il diritto di occidentalizzare il mondo. Il suprematismo bianco è il collante che unisce le forze che hanno dato vita a questo governo di ultradestra». La politica decretata contro i migranti dimostra «la paura, il terrore che abbiamo dell’“altro”» e la tensione alla difesa della purezza della razza e soprattutto della nostra civiltà. Che non vengano a imbarbarirci».

Non che sia posizione solo italiana, quella antimigratoria, e «lo si vede anche in Ungheria con Orban o in Polonia con Morawiecki. Fa piangere il cuore e ribollire d’indignazione vedere come la Polonia abbia aperto i suoi confini ai profughi ucraini, e ciò è bene, e lascia morire davanti a un filo spinato una donna e il bambino che aveva partorito. Questo solo perché erano neri. Anche negli Stati Uniti con Trump, in Brasile con Bolsonaro, o in Perù dove le popolazioni indigene si sono ribellate a una cricca di bianchi che le vorrebbe cancellare: il suprematismo bianco è uno dei grandi mali del nostro tempo».

Parla anche di guerra, Zanotelli: «Una follia umana», dice, ma «la prima follia è una Europa non è stata capace politicamente di dire nulla su questa guerra. Lasciarsi prendere dentro questa spirale, stretta nella morsa di Stati Uniti, Gran Bretagna e della “super Nato”». «Sia chiaro», sottolinea: «ciò che ha fatto la Russia è gravissimo, ma noi – l’Occidente, la Nato, gli Usa, l’Unione europea – questa guerra l’abbiamo servita su un piatto d’argento. Si sapeva tutto. Dopo gli accordi di Minsk, del 2014, bastava mettersi attorno ad un tavolo e trovare una soluzione per la convivenza, per la pace, affrontando anche il problema delle popolazioni russofone dell’Ucraina. Abbiamo trovato una soluzione per l’Alto Adige, si poteva provare anche in questa situazione. Invece abbiamo armato l’esercito ucraino, speso miliardi e alimentato una guerra che potrebbe precipitare ulteriormente, diventando un conflitto nucleare. Abbiamo a che fare con due potenze nucleari che non scherzano. Della Russia si è detto e scritto a iosa. Ma vogliamo parlare degli Stati Uniti? Sulle reali intenzioni dell’America, Biden è stato molto chiaro, esplicito. La guerra serve a indebolire la Russia per prepararsi poi al grande scontro con la Cina. La guerra in Ucraina ci sta portando al baratro: anche io ho paura di un inverno nucleare e sono d’accordo con Papa Francesco che sostiene che oggi non esiste una guerra giusta, perché abbiamo armi batteriologiche, chimiche e nucleari. Sono d’accordo anche con Gino Strada che diceva che la guerra deve diventare un tabù, come l’incesto. Ogni guerra diventa ingiusta. Ecco perché è così fondamentale imparare la strada della nonviolenza e praticarla. E noi invece continuiamo a inviare armi. Vuole dire continuare a buttare benzina sul fuoco, non c’è dubbio su questo. Non esiste una diplomazia delle armi. È una follia. Ha ragione da vendere Papa Francesco quando afferma, profeta inascoltato, che per fermare le guerre non bisogna alimentarle».

*Immagine tratta da Pixabay

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