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75 anni della Costituzione: una bussola da preservare nel cuore del popolo italiano

75 anni della Costituzione: una bussola da preservare nel cuore del popolo italiano

La Costituzione italiana, approvata il 22 dicembre 1947, ha compiuto 75 anni. Afferma il gesuita e scrittore, Francesco Occhetta, sul numero di febbraio di Vita Pastorale, che «mai come in questo tempo in cui è scomparsa la generazione dei costituenti, il nostro Paese è chiamato a ricordare, a riportare nel cuore della vita sociale il testo fondatore».

Il gesuita punta poi il dito su corruzione e clientelismo, sulla «riduzione dei partiti a comitati elettorali», sul crollo delle ideologie, sottolineando che oggi «assistiamo a una sorta di oblio della coscienza politica. Per questo è urgente investire questo anno per rilanciare un’appartenenza intorno alla Carta che nasce dall’esperienza antifascista», scrive, e lancia un doppio invito: da un lato occorre preservare il sistema valoriale di fondo della prima parte della Costituzione, dall’altro occorre invece «riflettere sui ritardi e sul “compito” di saperla revisionare come “fedeltà creativa” al testo». Infatti, spiega, «la seconda parte della Costituzione non può essere considerata un testo sacro, va riformata e armonizzata ai princìpi della prima parte che hanno garantito alla democrazia di essere non solamente un metodo ma un valore».

Dalla bioetica alla giustizia, dalla questione delle migrazioni a quella climatica, sono numerose le sfide attuali «sconosciute ai costituenti». In tal senso non bisogna pensare di scrivere una «nuova Costituzione», che resta sempre un faro da preservare, un «indirizzo fondamentale», una «norma fondamentale di garanzia, in grado di essere “ispiratrice” e “limite” nei confronti delle scelte politiche e “aperture” alle nuove regole sociali».

Quello di Occhetta è un appello a fare di questo importante 75° anniversario una grande occasione di educazione e sensibilizzazione, a partire dalle scuole, dalle aziende, dal terzo settore, ecc. «Solamente questa attenzione sociale propositiva – scrive Occhetta – alimenterà la democrazia custodita dalla Costituzione che Sturzo nel 1957 aveva espresso con una consapevolezza profetica, ancora attuale oggi: «La Costituzione è il fondamento della Repubblica democratica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti, se non entra nella coscienza nazionale, anche attraverso l’insegnamento e l’educazione scolastica e post-scolastica, verrà a mancare il terreno sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà».

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