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A 24 ore dal sisma, la Turchia bombarda in Siria il territorio curdo colpito dal terremoto

A 24 ore dal sisma, la Turchia bombarda in Siria il territorio curdo colpito dal terremoto

«Il forte terremoto dell’altro ieri sera non impedisce alla Turchia di bombardare le aree controllate dai curdi nel nord della Siria, (…).  È scandaloso che uno Stato della NATO stia esacerbando una catastrofe umanitaria. Non c’è una parola di critica da parte degli altri Paesi della Nato»: è la critica espressa oggi da Kamal Sido, esperto di Medio Oriente appartenente all’Associazione per i Popoli Minacciati (APM).

Del bombardamento, avvenuto nella notte tra lunedì e martedì, a meno di 24 ore dal sisma che ha colpito il confine tra Siria e Turchia, ha dato notizia Afrin Liberation Forces, unità nate dopo l’occupazione del cantone curdo-siriano (nel profondo nord-ovest del paese) da parte della Turchia nella primavera del 2018.

«Il blocco da anni delle aree controllate dai curdi nel nord della Siria da parte della Turchia e dei suoi partner occidentali – osserva l’APM – ha ulteriormente aggravato la situazione nelle zone terremotate. L’intero sistema di assistenza medica era già in rovina a causa della guerra civile in corso e degli attacchi siriani e russi. Ora molti feriti non possono essere curati. L’approvvigionamento delle aree curde non è stato e non è impedito solo da Assad. La Turchia, in particolare, ha chiuso i valichi di frontiera verso le aree curde della Siria settentrionale alle forniture umanitarie. Le persone traumatizzate e al freddo sul posto stanno ora sopportando le conseguenze di questo blocco che dura da anni».

Per rispetto alla Turchia, partner della NATO, il governo tedesco non ha permesso l’invio di aiuti umanitari nelle aree popolate dai curdi, si legge nel comunicato dell’Associazione per i popoli minacciati. «Nelle loro dichiarazioni sul terremoto, i rappresentanti del governo tedesco nascondono questo fatto. Quasi tutti i valichi di frontiera nel nord della Siria sono sotto il controllo della Turchia. Non ci sarebbe bisogno di una decisione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per aprirli», ha detto Sido. «Per i combattenti islamici e le armi moderne, questi confini sono sempre stati aperti. Ora bisogna finalmente far passare i rifornimenti umanitari per il nord della Siria e per tutta la Siria».

*Foto tratta da wallpaperflare.com, immagine originale e licenza

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