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«Non lasciamo vincere la guerra»:

«Non lasciamo vincere la guerra»: "Aggiornamenti Sociali" lancia la sfida

“Non lasciamo vincere la guerra” è l’appello della rivista dei gesuiti Aggiornamenti Sociali, in un editoriale del suo direttore Giuseppe Riggio, pubblicato sul fascicolo di febbraio 2023.

Riggio parla della guerra come di una «battuta d’arresto» nei confronti della vita, la vita dei militari e dei civili coinvolti, delle economie e delle società dei Paesi in guerra ma anche, a cascata, del mondo intero. «La guerra come cesura – aggiunge – non si limita a interrompere l’ordinario, ma impone di fare i conti con le perdite e le distruzioni che causa e obbliga a pensare il futuro, perché semplicemente tornare indietro non è realistico, nemmeno quando finalmente le armi tacciono».

Il 24 febbraio 2022 è stato interrotto il periodo di pace più lungo della storia d’Europa, e da allora è iniziata la triste conta delle macerie: l’editoriale ricorda i circa 100mila soldati morti di qua e di là, le vittime civili ucraine, circa 7mila ma molte di più per l’Onu. E poi i milioni di rifugiati e sfollati interni. E le infrastrutture ucraine scientificamente devastate da Putin per fiaccare la resistenza oggi e per assicurare sofferenze anche sul lungo periodo.

Che fare? La ricetta di Aggiornamenti Sociali richiama da vicino il magistero per la pace di papa Francesco, prevede interventi profondi, sul breve e sul lungo periodo: primo, «dare parole al discorso della pace», perché la prima vittima di questa guerra è la pace, narrazione e ambizione scomparsa, persino denigrata, nel dibattito pubblico e mediatico internazionale. In secondo luogo occorre «difendere la democrazia e la libertà» come metodo nonviolento di preservare la pace sociale, anche dalla «scelta ipocrita di ammantare l’aggressione militare con una motivazione umanitaria». Infine, c’è un «assetto mondiale da ridisegnare» per «superare la logica della violenza come soluzione ai conflitti» e per riaffermare l’importanza del dialogo tra i popoli sugli assetti e le alleanze geostrategiche. «Su questo tema», ammette Riggio, «non si registrano effettivi passi in avanti. Lo scenario politico mondiale è profondamente mutato dalla fine della Guerra fredda, mentre le maggiori istituzioni internazionali, create nel mondo bipolare dei due blocchi contrapposti uscito dalla Seconda guerra mondiale, sono rimaste congelate nel passato per un gioco di veti reciproci e inerzie». In tal senso non splende nemmeno l’Unione Europea: «La risposta sostanzialmente compatta di condanna dell’aggressione russa non è stata sufficiente a nascondere l’esistenza di una pluralità di agende e priorità tra gli Stati membri».

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