Assemblea dei vescovi tedeschi: tensioni verso l'ultima tappa del Cammino sinodale
DRESDA-ADISTA. È stata dominata dal dibattito sul Cammino sinodale l’assemblea plenaria dei vescovi tedeschi, svoltasi a Dresda (27/2-2/3). Un dibattito acceso sul processo di riforma che è ormai in dirittura d’arrivo (tra il 9 e l’11 marzo si svolgerà a Francoforte la quinta e ultima assemblea), sul quale il Vaticano si è espresso di recente in termini molto critici, anche in occasione della visita ad limina dei prelati, lo scorso novembre (v. Adista notizie n. 41/22, 4/23); il conflitto si era acuito con un carteggio tra i cardinali Pietro Parolin, Luis Ladaria e Marc Ouellet e il presidente dei vescovi tedeschi mons. Georg Bätzing, riguardante un organismo sovradiocesano con potere decisionale istituito all’interno del Cammino sinodale, ma destinato a restare operativo in modo permanente, che correva il rischio, così i cardinali di Curia, di oscurare la giurisdizione dei singoli vescovi diocesani. E poi c’erano state le parole di papa Francesco in una intervista rilasciata a Nicole Winfield dell’agenzia AP resa pubblica il 26/1: «L'esperienza tedesca non aiuta, perché questo non è un sinodo, non è un vero cammino sinodale, è solo un cosiddetto cammino sinodale, ma non uno del popolo di Dio nella sua interezza, ma è fatto dalle élite», aveva affermato Francesco.
Ricordando che durante la visita ad limina di novembre, Conferenza episcopale e Curia avevano concordato di mantenere il dialogo sull'argomento, Bätzing, visibilmente infastidito dalla «difficile» comunicazione, via lettere, tra Germania e Roma, ora torna sull’argomento facendo sapere che «Siamo pronti con breve preavviso in qualsiasi momento ad andare a Roma e continuare lì i colloqui che abbiamo avviato durante la riunione interdicasteriale». I colloqui in Vaticano potrebbero svolgersi dopo la quinta e ultima assemblea sinodale del processo di riforma la prossima settimana. «La stragrande maggioranza dei vescovi sostiene le preoccupazioni di riforma del cammino sinodale e si sta impegnando per cambiamenti duraturi», ha detto Bätzing al termine dell'assemblea (katholisch.de, 3/3).
«Ci occupiamo dell'unica Chiesa di cui facciamo parte», ha anche sottolineato Bätzing. «Va da sé che questo non è sempre possibile senza tensioni, divergenze di opinione e polemiche. E naturalmente ci è chiaro che facciamo sempre parte della Chiesa cattolica universale, motivo per cui respingo ancora una volta in modo chiaro e risoluto le accuse dall'esterno secondo cui la Conferenza episcopale tedesca si sta dirigendo verso una Chiesa nazionale o che stiamo perseguendo divisioni». «Spero vivamente che con la fatica di questi giorni siamo riusciti ad abbattere le barriere all'approvazione dei testi, ma per questo sono ancora necessarie delle modifiche, che vogliamo introdurre come mozioni nelle deliberazioni della prossima settimana», ha spiegato.
Anche il tema degli abusi spirituali nelle parole conclusive di Bätzing: abusi per i quali è difficile trovare testimonianze personali e le cui vittime sono generalmente adulte, e che per giunta non possono essere stabiliti sulla base del diritto penale. Si tratta di abusi, ha sottolineato Bätzing, con gravi conseguenze psicologiche ed emotive e ferite profonde, e che in molti casi portano all’abuso sessuale.
* Foto di Spurzem - Lothar Spurzem, immagine originale e licenza
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