Nessun articolo nel carrello

Giornata mondiale dell'acqua: la siccità in Italia e il fallimento annunciato del governo

Giornata mondiale dell'acqua: la siccità in Italia e il fallimento annunciato del governo

«Tra siccità e privatizzazioni, la strada rimane quella dell’acqua bene comune»: nella Giornata Mondiale dell’Acqua 2023, che si è celebrata ieri, anche il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua è scesa in campo, con la sua ferma denuncia e la sua forte proposta. Il punto di partenza è la presa d’atto della grave siccità che attanaglia soprattutto il nord del Paese, «frutto dei cambiamenti climatici e dell’eccessiva pressione antropica sulle riserve idriche», e dell’inadeguatezza del governo Meloni di fronte ad una sfida epocale, che sembra intenzionato ad affrontare con le solite «ricette a base di commissari, grandi opere da costruire “in emergenza” (bypassando le valutazioni di impatto ambientale) e privatizzazioni».

E intanto arriverà il commissari, e arriveranno le «turnazioni idriche» tra i Comuni… E così saranno ancora una volta i cittadini a pagare per i «decenni di scelte sbagliate di Governi e aziende». Quegli stessi cittadini che nel 2011 avevano chiesto, con il Referendum, la «completa ripubblicizzazione del servizio idrico», strada che il Forum ritiene «necessaria» per spostare i soldi degli utenti pagati con le bollette dai grandi capitali privati alla «riparazione di una rete precedente all’epoca delle privatizzazioni, e che oggi spreca circa il 40% dell’acqua prelevata dall’ambiente. Questa la prima “grande opera” da realizzare, anzi, da far realizzare ai gestori, dato che in questi anni, insieme alle perdite, sono cresciuti anche i profitti delle grandi multiutilities dell’acqua».

Il primo parro per tutelare l’acqua è dunque toglierla dal mercato, afferma il Forum. Il secondo invece «è intervenire sui sistemi in cui questa vede il maggior utilizzo: il settore agricolo, colpito duramente dalla siccità, è anche quello che ha ampi margini di miglioramento se saprà uscire da un sistema basato su monocolture e zootecnia intensive per adottare tecniche agroecologiche che preservino la ricchezza dei terreni, compresa la loro capacità di trattenere l’acqua». Risparmio e pianificazione devono venire prima, si legge nella nota, «della costruzione di invasi e dighe», che «hanno dimostrato di essere spesso parte del problema della mancata tutela del ciclo idrico».

Un ultimo suggerimento alla cabina di regia messa in piedi dal goerno sulla crisi idrica: «suggeriamo la lettura del “Piano straordinario per la ristrutturazione delle reti idriche” messo a punto dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua: come spesso avviene, non serve fantasticare di soluzioni tecnologiche e opere futuriste, perché la soluzione è già qui, anche se a un Governo schiavo delle grandi aziende multinazionali può non piacere».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.