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Giornata contro le mine: migliaia di vittime civili ma fondi in calo

Giornata contro le mine: migliaia di vittime civili ma fondi in calo

Si celebra oggi, 4aprile, la “Giornata internazionale per l’azione contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi”, istituita dalle Nazioni Unite l’8 dicembre 1997 per sensibilizzare i governi ad operare contro questa piaga che ogni anno provoca morte e mutilazioni per migliaia di persone, anche a distanza di anni dalla fine di un conflitto. Si tratta di «una ricorrenza importante che serve a sottolineare una volta in più come a pagare le conseguenze più gravi di mine, armi esplosive ed ordigni inesplosi in guerre e conflitti siano sempre di più i civili, molto spesso bambini», sottolinea il Redattore Sociale in un articolo di ieri che intende rilanciare nell’opinione pubblica l’importanza della Mine Action ossia, spiega, di «tutte quelle azioni rivolte a rimuovere le mine e a mitigarne l’impatto sulla popolazione. Mentre guerre e conflitti nel mondo aumentano (se ne contano 34 nel 2022, due in più rispetto all’anno precedente), va in controtendenza il sostegno alla Mine Action e quindi anche ai programmi di assistenza e reinserimento socioeconomico delle vittime».

Fondi internazionali in calo da oltre 5 anni, denuncia Michele Vigne (presidente nazionale dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra (Anvcg), nonostante i numeri: 60 sono i Paesi «contaminati» da mine anti-persona, 5.500 le vittime nel solo 2021 (tre quarti civili, per metà bambini). In un contesto internazionale sempre più minacciato da nuovi conflitti (si pensi che nella sola Ucraina ci sono già 300mila chilometri di territorio minato). Vigne chiede «un adeguato sostegno finanziario ai programmi di Mine Action, incrementando il fondo per lo sminamento umanitario istituito con legge 58/01 e finanziato annualmente sul capitolo decreto missioni internazionali».

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