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La "passione" dei migranti: Cutro non è stato un incidente. Editoriale di don Antonio Sciortino

Si parla anche di migrazioni, a seguito della tragedia di Cutro, sul numero di aprile del mensile dei paolini Vita Pastorale. “La passione oggi sui barconi della morte” è il titolo dell’editoriale del direttore don Antonio Sciortino, che ricorda il piccolo Alan Kurdi, siriano di tre anni, ritrovato senza vita sulle spiagge turche nel 2015. Un’immagine raccapricciante, racconta, che aveva commosso e indignato l’opinione pubblica del mondo intero. Da allora, però, nulla sembra essere cambiato. Anzi, scrive Sciortino, «a prevalere è tuttora l’indifferenza, la tentazione di volgere lo sguardo altrove. Ideologia e propaganda politica annullano l’umanità. Così muri e fili spinati continuano a respingere gli “invasori”, spesso giovani donne incinte e neonati. Intanto, le tragedie in mare si susseguono, in una lunga catena di morti, dolore e disperazione. Dramma senza fine, sia per chi muore tra le onde del mare che per chi sopravvive, e resta orfano o senza parenti».

Secondo l’editorialista queste tragedie potrebbero essere evitate «con più accoglienza, inclusione e solidarietà». Che, tradotto nel linguaggio dell’azione politica, significa «più corridoi umanitari e meno respingimenti». In tal senso, accusa il direttore, il disastro di Cutro, il 26 febbraio scorso, «non è soltanto l’incidente» ma «mette a nudo l’assenza di una seria politica sull’immigrazione, a livello nazionale ed europeo». Il fallimento, più recente, di una politica che minaccia il «pugno duro» contro gli scafisti ma poi «complica la vita alle Ong che salvano vite in mare».

Parole dure anche contro le dichiarazioni del ministro Piantedosi, subito dopo la strage calabrese: «Chi fugge da un Paese in guerra, come Afghanistan o Siria, mettendo a rischio la sua vita e quella dei propri cari, non è un irresponsabile, ma un disperato. È vittima delle nostre chiusure ed egoismi. Quei migranti di Cutro sono i Cristi d’oggi, appesi ai relitti d’una barca».

«Nell’assordante rumore del rincorrersi di accuse e giustificazioni», aggiunge poi don Sciortino, «molto eloquente è stato il silenzioso omaggio del presidente Mattarella alle bare allineate nel Palazzetto dello sport di Crotone, soprattutto quelle bianche dei bambini. E anche il suo monito, a distanza di giorni, all’università di Potenza: “Il nostro Paese si è commosso. Ora Italia e Unione europea facciano scelte concrete”. Migrare è un diritto, e chi parte per disperazione non va colpevolizzato». l’editoriale si conclude con le parole dell’arcivescovo di Crotone “I poveri sono la carne di Gesù”, ha detto l’arcivescovo di Crotone-Santa Severina, Angelo Raffaele Panzetta. «Quelli che hanno perso la vita in questo mare sono la carne di Gesù. Non vogliamo un’Europa col filo spinato, un’Europa nella quale è difficile trovare accoglienza».

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