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Abuso di psicofarmaci nei grandi centri per migranti: l'inchiesta di

Abuso di psicofarmaci nei grandi centri per migranti: l'inchiesta di "Altreconomia"

"Rinchiusi e sedati" è il titolo dell’inchiesta sui Centri di Permanenza per il Rimpatrio italiani (Cpr) – le degradate strutture di “accoglienza” per migranti cosiddetti “irregolari” che attendono di essere espulse dal Paese – diffusa da Altreconomia il primo aprile scorso. Al centro delle indagini di Altreconomia l’uso e l’abuso degli psicofarmaci nei Cpr: i dati forniti dal periodico raccontano una realtà inedita, per lo più sconosciuta a media e opinione pubblica, che si dimostra di una gravità inaudita.

Oggi pomeriggio, alle ore 14, l’inchiesta sarà presentata presso la Sala Stampa alla Camera. Tra gli interventi in sala, segnaliamo quelli di Luca Rondi e Lorenzo Figoni (autori dell’inchiesta), Riccardo Magi (deputato +Europa), Ilaria Cucchi (senatrice di Sinistra Italiana). Introduce e modera il direttore di Altreconomia, Duccio Facchini.

Così spiega il periodico nell’invito alla conferenza stampa alla Camera. «Rispetto all’esterno, su una popolazione di riferimento simile, la spesa in antidepressivi, antipsicotici e antiepilettici nella struttura di via Corelli a Milano è di 160 volte più alta, al “Brunelleschi” di Torino 110, a Roma 127.5, a Caltanissetta 30 e a Macomer 25. Cifre eloquenti che raccontano l’utilizzo dei farmaci per “tenere buone” le persone trattenute che vivono un tempo vuoto, senza contatti con l’esterno e senza alcuna attività da svolgere». In tutte le strutture indagate, si legge ancora nell’invito, «emerge l’utilizzo di antipsicotici e antiepilettici sia in compresse sia in fiale somministrate in endovena senza un’adeguata presa in carico psichiatrica». Cosa alquanto bizzarra e inquietante, se si considera il fatto che le patologie psichiatriche comprovate rappresentano «un fattore che esclude la possibilità di ingresso nei Cpr: lo scrive lo stesso ministero dell’Interno, titolare della gestione dei centri tramite le prefetture, nell’ultima circolare del maggio 2022 che regola l’idoneità delle persone al trattenimento».

Altreconomia denuncia anche le intenzioni del governo di ampliare la rete dei Cpr. Intervento già avviato in Legge di Bilancio con lo stanziamento di oltre 42,5 milioni di euro da spendere entro il 2025, e proseguito con il decreto immigrazione di marzo, licenziato dopo i fatti di Cutro, che prevede «procedure semplificate per la costruzione di nuove strutture, con l’obiettivo di realizzarne almeno una per Regione». Accrescere la rete dei Centri per il rimpatrio, a fronte dei tassi di espulsione molto bassi, espone i migranti a prolungati periodi di reclusione con un «prezzo pagato in termini di salute» elevatissimo.

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