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Le Chiese e la guerra: un editoriale sul sito dei Viandanti

Le Chiese e la guerra: un editoriale sul sito dei Viandanti

Un interessante approfondimento sul ruolo delle Chiese cristiane nella guerra russo-ucraina è stato pubblicato come editoriale sul sito dei Viandanti. L’autore, Riccardo Larini, è un fisico e matematico che ha svolto studi teologici a Bose e a Cambridge; specializzato nella formazione dell’identità cristiana nel Primo Secolo e nella storia e la Teologia del Dialogo ecumenico, si occupa attualmente di intelligenza artificiale applicata all’educazione; tra le cose, ha scritto nel 2021 Bose. La traccia del Vangelo (info sul libro).

Siamo ormai lontani dal primo Dopoguerra, quando le religioni, consapevoli della loro incapacità di farsi promotrici di pace, avviarono un percorso di riflessione che gettò le basi del moderno ecumenismo sui temi della pace e del dialogo tra i popoli. Scrive Larini, infatti, che «a partire dalla fine degli anni Ottanta la tendenza al rafforzamento delle identità nazionali seguita al crollo dei regimi dell’Est europeo e alla pessima gestione del periodo post-guerra fredda da parte del mondo occidentale (inebriato solo dalla prospettiva di un allargamento a Est dell’economia di mercato), ha gradualmente travolto gran parte delle Chiese cristiane, dapprima in Oriente e quindi anche in Occidente, e ci ha restituito la triste immagine di un cristianesimo incapace di essere fedele alla sua vocazione più fondamentale, ovverosia quella di testimoniare un amore capace di abbattere le barriere dell’inimicizia tra le persone e tra i popoli, di essere l’incarnazione del mandatum novum, dell’irrinunciabile non violenza dei discepoli di Gesù di Nazareth».

Ecco perché, secondo l’autore, non dovrebbe stupire la tensione che si è acuita tra le Chiese in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Larini passa in rassegna la posizione sul conflitto e le dichiarazioni infuocate dei leader delle diverse Chiese della regione. E poi anche quelle delle Chiese occidentali, scarsamente efficaci sul piano dei processi di pace e del dialogo. «La stessa azione di papa Francesco – spiega Larini – ha risentito in maniera molto forte del desiderio di non entrare in conflitto con le posizioni dei leader cattolici ucraini e con quelli del mondo “occidentale”. In tal modo, pur avendo dichiarato a più riprese di voler visitare sia Kiev sia Mosca, al momento in cui viene chiuso questo, articolo – cioè a quattordici mesi dallo scoppio della guerra – in realtà Francesco non ha ancora compiuto quel passo che, oltre ad avere un peso politico non indifferente, sarebbe decisivo dal punto di vista dell’annuncio evangelico».

Leggi l’editoriale su Viandanti.org

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