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A Roma, una biblioteca che parla di pace

A Roma, una biblioteca che parla di pace

Questa è la storia di una piccola biblioteca romana di “soli” 10mila volumi che ha una caratteristica peculiare: tutti i suoi libri – afferma l’Istituto di Ricerche Internazionali “Archivio Disarmo” (IRIAD) che gestisce la libreria – «parlano tutti di pace, di soluzione dei conflitti, di controllo degli armamenti. Di questi tempi una merce abbastanza rara e difficile da collocare, sembrerebbe».

Così spiega Fabrizio Battistelli (presidente di Archivio Disarmo) in una nota diramata ieri dall’IRIAD: «Accogliamo molti giovani, studenti dei licei e universitari, da Roma e da altre città italiane»; «l'atmosfera è informale, li seguiamo nelle ricerche. Negli ultimi tempi poi assistiamo a un fenomeno nuovo. Persone interessate ai temi della pace e della guerra (giornalisti, ricercatori, professionisti, semplici cittadini) a un certo punto ci donano le loro biblioteche e noi accettiamo volentieri libri e riviste che non avevamo nel nostro catalogo».

Da qualche tempo, la biblioteca può vantare anche una considerevole mole di pubblicazioni cedute da privati, come Piero Nardi e Maurizio Bungaro (rispettivamente manager pubblico e diplomatico). Recentemente, poi, «è arrivata la collezione di volumi (un centinaio più le riviste) appartenuta ad Antonio "Toni" De Marchi. Prematuramente scomparso proprio un anno fa, il giornalista ha dedicato tutta la sua vita professionale al rapporto tra Forze armate e società e quindi ha voluto lasciare la sua collezione a giovani che avrebbero continuato a leggerli». La nota approfondisce ulteriormente la figura di Tony De Marchi: «Giornalista di denuncia (sua fu la prima ricostruzione, nel 1990 sul settimanale Rinascita, di ciò che davvero avvenne sui cieli di Ustica il 27 giugno 1980), Toni univa una grande capacità investigativa con una forte passione civile che espresse lungo tutto l’arco della sua carriera. Lavorò a l’Unità, Paese Sera, Italia radio, in Tv con Samarcanda e Telefono Giallo, e in molti altri luoghi. I libri da lui posseduti ci parlano anche della sua battaglia, negli anni Settanta e oltre, per la democratizzazione dell’istituzione militare dirigendo il mensile Forze armate e società».

Ieri alle 18.30, presso la sede romana dell’IRIAD, nel corso di un incontro aperto è stato presentato il «prezioso patrimonio di libri e documentazione» e si è approfondita la figura del giornalista con testimonianze di colleghi, studiosi e amici che lo hanno conosciuto e ne hanno accompagnato le battaglie.

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