Vescovo africano: "Emigrano perché non possono godere delle immense ricchezze dei loro Paesi
Secondo i dati del Viminale, dall’inizio di quest’anno il maggior numero di migranti è giunto innanzitutto dalla Guinea (11.637), ma a seguire – con una differenza di un centinaio di persone – dalla Costa d’Avorio (11.572). L’Agenzia Fides ha chiesto i motivi di esodi così significativi da Paesi africani a mons. Marcelin Yao Kouadio, vescovo di Daloa e presidente della Conferenza Episcopale ivoriana, in un’intervista che pubblica oggi.
«Il fenomeno dell’emigrazione – risponde il vescovo – è una sciagurata realtà nel senso che i Paesi africani, come la Costa d’Avorio, sono immensamente ricchi. Ma di queste ricchezze i loro abitanti non possono goderne. Tanto per dirne una, la Costa d’Avorio è il primo produttore mondiale di cacao. Ma chi lo coltiva in Costa d’Avorio non può permettersi di comprare “il buon cioccolato” reclamizzato da voi in Europa. Siamo il terzo produttore mondiale di caffè, senza contare l’oro, i diamanti ed altro ancora. Lo stesso vale per gli altri Paesi africani. I suoi figli sono costretti ad andare a morire in quel cimitero che è diventato il Mediterraneo. È una tragedia. Si dice che viviamo in un mondo globalizzato. Si dice che il mondo è un grande villaggio, ma la mobilità di cui tanto si parla è spesso a senso unico. Ci sono alcuni che possono andare dappertutto anche senza visto, ma molti altri che non possono muoversi. La Chiesa cerca di sensibilizzare i giovani sui rischi che comporta partire. Durante la l’ultima Quaresima ho tenuto un ritiro con 12mila giovani dove abbiamo affrontato il tema».
*Baccelli di cacao. Foto di pubblico dominio
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