Nessun articolo nel carrello

Nonostante tutti gli ostacoli, la nave Mare Jonio torna nel Mediterraneo centrale

Nonostante tutti gli ostacoli, la nave Mare Jonio torna nel Mediterraneo centrale

ROMA-ADISTA. Venerdì sera Mare Jonio, la nave di MEDITERRANEA Saving Humans, è salpata dal porto di Trapani, dirigendosi verso il Mediterraneo centrale per la quattordicesima missione di monitoraggio e osservazione in mare. Si tratta dell’unica nave della Flotta Civile battente bandiera italiana. 

Dopo settimane di controlli continui da parte delle Autorità italiane (l'ultima ispezione a bordo è avvenuta due ore prima della partenza), nonostante siano state minacciate conseguenze penali fino all'arresto nel caso in cui non fossero state scaricate tutte «le attrezzature e gli equipaggiamenti di soccorso» dalla nave, abbiamo finalmente preso il largo. 

La capomissione a bordo Sheila Melosu ha dichiarato «Siamo felici di poter tornare a operare in mare. In questi mesi, le navi della Flotta Civile sono riuscite a salvare migliaia persone in pericolo, decine di migliaia sono state soccorse dalla Guardia Costiera italiana o riuscite ad arrivare in autonomia, ma purtroppo da inizio anno oltre 2300 hanno perso la vita nel Mediterraneo. Nelle prossime ore saremo finalmente di nuovo là dove bisogna stare. Perché anche solo una nave in più fa la differenza tra la vita e la morte in mare»

La Mare Jonio, attiva dall'ottobre 2018 nel Mediterraneo centrale, ritorna in missione in un momento grottesco del dibattito politico nel nostro Paese e in Europa. Dopo i fatti di Lampedusa, con migliaia di persone ammassate nell’hotspot, il governo Meloni ha varato l’ennesimo Decreto legge che calpesta i diritti delle e dei migranti. 

La sola ricetta del governo italiano davanti alle persone in movimento sembra essere quella del respingimento per procura affidato alle milizie libiche o al regime tunisino, della detenzione per chi sbarca, del “pizzo” di Stato e di un'accoglienza indegna e punitiva. Pratiche e norme che non appena arrivano davanti in tribunale a fare i conti con lo stato di diritto, si squagliano con tutta la loro illegittimità. 

In questo clima «il governo ha cercato di creare ogni tipo di cavillo burocratico - dichiara Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans - per impedire alla MARE JONIO di tornare in mare. In realtà, la volontà politica di fermare l’unica nave della Flotta Civile battente bandiera italiana è chiara nel quadro della propaganda governativa che criminalizza le persone migranti e chi è solidale con loro. E cerca di togliere dal mare testimoni scomodi della collaborazione con Libia e Tunisia. Ma noi non ci siamo arresi ed ora eccoci qui, di nuovo nel Mediterraneo, dove dobbiamo stare».

Adista rende disponibile per tutti i suoi lettori l'articolo del sito che hai appena letto.

Adista è una piccola coop. di giornalisti che dal 1967 vive solo del sostegno di chi la legge e ne apprezza la libertà da ogni potere - ecclesiastico, politico o economico-finanziario - e l'autonomia informativa.
Un contributo, anche solo di un euro, può aiutare a mantenere viva questa originale e pressoché unica finestra di informazione, dialogo, democrazia, partecipazione.
Puoi pagare con paypal o carta di credito, in modo rapido e facilissimo. Basta cliccare qui!

Condividi questo articolo:
  • Chi Siamo

    Adista è un settimanale di informazione indipendente su mondo cattolico e realtà religioso. Ogni settimana pubblica due fascicoli: uno di notizie ed un secondo di documentazione che si alterna ad uno di approfondimento e di riflessione. All'offerta cartacea è affiancato un servizio di informazione quotidiana con il sito Adista.it.

    leggi tutto...

  • Contattaci

  • Seguici

  • Sito conforme a WCAG 2.0 livello A

    Level A conformance,
			     W3C WAI Web Content Accessibility Guidelines 2.0

Sostieni la libertà di stampa, sostieni Adista!

In questo mondo segnato da crisi, guerre e ingiustizie, c’è sempre più bisogno di un’informazione libera, affidabile e indipendente. Soprattutto nel panorama mediatico italiano, per lo più compiacente con i poteri civili ed ecclesiastici, tanto che il nostro Paese è scivolato quest’anno al 46° posto (ultimo in Europa Occidentale) della classifica di Reporter Senza Frontiere sulla libertà di stampa.