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Polonia: accelera il crollo delle nascite

Polonia: accelera il crollo delle nascite

Il calo annuale del numero di nascite in Polonia ha raggiunto l'11%, raggiungendo per la prima volta livelli a doppia cifra. I nuovi dati mostrano l’accelerazione del crollo del numero di nascite in atto dal 2018, che ha portato la Polonia ad avere uno dei tassi di fertilità più bassi d’Europa .

Nei 12 mesi da settembre 2022 a quello del ‘23, la Polonia ha avuto 280.000 nati vivi. Si tratta della cifra più bassa mai registrata, 34.800 in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa, secondo i calcoli dell'economista Rafał Mundry basati sui dati dell'agenzia statale Statistics Polonia (GUS). E il saldo è negativo: il numero di decessi è stato pari a 414.100, dopo un calo rispetto ai picchi indotti dal Covid del 2020-2022 e un ritorno ai dati pre-pandemia.

La situazione è peggiorata se si considerano i mesi tra gennaio e settembre di quest’anno: il numero delle nascite, 210.000, è stato di 25.000 inferiore rispetto allo stesso periodo del 2022, mentre il numero dei decessi è aumentato di 34.000 su base annua arrivando a 303.000.

L’anno scorso, il numero delle nascite in Polonia era già sceso al livello più basso dalla Seconda Guerra Mondiale e il numero dei decessi ha superato il numero delle nascite per il decimo anno consecutivo, alimentando una crisi demografica in uno dei paesi che invecchiano più rapidamente in Europa.

Mundry ha definito questo declino un “crollo”, sottolineando che il numero delle nascite è diminuito del 30% in sei anni. In un’intervista all’emittente TVN24 l’economista ha indicato, come ragioni del drastico calo delle nascite, tre fattori: la pandemia di Covid-19, l’inasprimento della legge sull’aborto e la guerra in Ucraina.

È anche diminuito, ha riferito ancora Mundry, il numero delle donne in età fertile, fra le quali aumentano quelle che desiderano avere meno figli e tendono ad averli in età più avanzata. «Bisogna considerare - ha affermato - come influenzare il secondo fattore e come incoraggiare con vari strumenti la disponibilità delle donne polacche ad avere più figli», Mundry.

Notes from Poland (26/10) scrive di un sondaggio, condotto all’inizio di quest’anno, che ha mostrato come solo il 32% delle donne in Polonia di età compresa tra i 18 e i 45 anni afferma di avere intenzione di avere figli. «Anche la Polonia lotta con la carenza di alloggi, con quasi la metà dei polacchi di età compresa tra i 25 e i 34 anni che vivono ancora con i genitori – asserisce l’articolo –. Il partito nazional-conservatore Diritto e Giustizia (PiS) ha, durante i suoi otto anni al potere, fatto dell’aumento del tasso di natalità uno dei suoi obiettivi principali, introducendo una serie di programmi sociali progettati per sostenere finanziariamente le famiglie. Eppure, nonostante ciò, il numero di nascite in Polonia ha continuato a diminuire durante i sette anni al potere del PiS, con il governo che ha ammesso nel 2020 di aver fallito nel suo obiettivo di aumentare i numeri».

Per aumentare le nascite, i partiti di opposizione hanno un loro programma di tutt’altro segno rispetto a quello del PiS, e dunque finanziamenti governativi per la fecondazione in vitro, aumento del numero di posti negli asili nido, revoca del divieto quasi totale di aborto introdotto dal PiS e fornitura gratuita di diagnosi prenatale e anestesia gratuita durante il parto.

Partiti la cui coalizione ha vinto le elezioni del 15 ottobre, ma il cui leader, Donald Tusk, ex primo ministro ed ex presidente del Consiglio europeo, pur con una ampia maggioranza parlamentare, non ha ancora ricevuto l’incarico per formare il governo. A contenderglielo, il leader del PiS e attuale primo ministro Mateusz Morawiecki in quanto espressione del partito che ha ricevuto il più alto numero di voti.

In Polonia, spetta al presidente – nella persona del conservatore Andrzej Duda – la scelta del primo ministro, e Duda è del partito del premier del governo uscente.

*Mateusz Morawiecki. Foto di Olaf Kosinsky tratta da Commons Wimedia, immagine origianle e licneza

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