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Energia pulita e giusta. Parrocchie e diocesi a lavoro

Energia pulita e giusta. Parrocchie e diocesi a lavoro

Tratto da: Adista Documenti n° 44 del 23/12/2023

La transizione energetica rappresenta una delle sfide più critiche del nostro tempo. Il settore energetico è la colonna portante dell’economia moderna ma, al contempo, è anche il principale responsabile delle emissioni climalteranti che alimentano in modo significativo il cambiamento climatico. Dalla rivoluzione industriale in poi l’uomo ha affidato la sua ricerca di benessere alle potenzialità delle fonti fossili, diventandone di fatto dipendente. Per quanto il ruolo del petrolio, del carbone e del gas sia stato indubbiamente fondamentale nell’accompagnare lo sviluppo tecnologico, economico e sociale dell’ultimo secolo e mezzo, le conseguenze di questa dipendenza si stanno rivelando oggi devastanti. Il legame tra le attività umane e l’alterazione del clima è innegabile, come sottolineano i report IPCC e gli innumerevoli studi scientifici sul tema. L’urgenza di una transizione energetica verso le fonti rinnovabili diventa quindi imperativa: è essenziale ridurre drasticamente l’impatto negativo delle attività antropiche sul nostro pianeta.

Se a livello scientifico la strada da intraprendere è chiara, la sua applicazione a livello politico e istituzionale lo è un po’ meno. Secondo il Rapporto ASviS 2022, per quanto l’Unione Europea evidenzi un miglioramento dell’indicatore relativo alla quota di energia proveniente da fonti rinnovabili, di fatto «si fa fatica a comprendere l’urgenza di superare definitivamente i combustibili fossili».

L’obiettivo 7 dell’Agenda 2030 definisce quelle che sono le priorità da tenere in conto nel processo di transizione energetica: l’accesso per tutti a servizi energetici convenienti, affidabili e moderni; l’aumento della quota di energie rinnovabili nel consumo totale di energia; il miglioramento dell’efficienza energetica globale. Accanto a questo, l’obiettivo 7 pone attenzione alla necessità di accrescere la cooperazione internazionale e migliorare le tecnologie e le infrastrutture energetiche.

Per affrontare questa sfida è vitale riconoscere la necessità di azioni immediate e coordinate. La transizione energetica richiede uno sforzo globale su più livelli, coinvolgendo governi, aziende, organizzazioni e cittadini. In questo percorso si inserisce anche la Chiesa, grazie alla guida profetica di papa Francesco. Già prima di lui Benedetto XVI aveva ribadito in più occasioni la necessità di un maggiore impegno ecclesiale per la cura del creato, gettando le basi per i documenti magisteriali del suo successore. Emblematico il Messaggio per la XLIII Giornata mondiale per la Pace del 2010, in cui papa Benedetto XVI esprime preoccupazione per gli effetti dei cambiamenti climatici e esorta ad una «revisione profonda e lungimirante del modello di sviluppo» recuperando l’armonia tra Creatore, umanità e creato.

Con la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco la questione della transizione energetica e la crisi ambientale in generale assumono un’importanza cruciale all’interno del magistero della Chiesa cattolica. La Laudato si’ mette in evidenza la connessione tra la crisi ambientale e la crisi umana, evidenziando come il deterioramento dell'ambiente colpisca in particolare i più poveri e vulnerabili del mondo. Questa concezione del clima come bene comune sottolinea la responsabilità di tutti gli individui e delle comunità nell'adottare uno stile di vita più sostenibile e nel custodire la creazione. La gestione delle risorse energetiche e di tutte le risorse naturali, quindi, diventa anche una questione spirituale, perché implica un senso di gratitudine nei confronti del Creatore e una conseguente riconsiderazione dei valori spirituali e morali che guidano le azioni umane nei confronti del pianeta e delle creature che lo abitano. La necessità di una conversione ecologica non riguarda solo il cambiamento delle abitudini individuali, ma anche una profonda trasformazione culturale e sociale. La spiritualità diventa quindi un catalizzatore per un nuovo atteggiamento personale e collettivo verso la natura, incoraggiando un'interconnessione più profonda tra l'essere umano e il creato.

Nella recente esortazione apostolica Laudate Deum papa Francesco torna a sottolineare l’innegabile origine antropica del cambiamento climatico e mette in guardia dal rischio di disinformazione e dai negazionismi: «Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti» (LD 5). Nonostante la debolezza della politica internazionale, invita a non perdere fiducia «nella capacità dell’essere umano di trascendere i suoi piccoli interessi e di pensare in grande» (LD 54). Dalla Conferenza delle Parti (Cop28) di Dubai, in cui papa Francesco riponeva grande fiducia per «una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente» (LD 54), ci si aspettava una svolta. Con il suo grande desiderio di prendere parte alla Cop28, venuto meno per motivi di salute, il pontefice ha fatto sentire forte la voce della Chiesa con il messaggio trasmesso dal card. Parolin durante il summit: «Qui si tratta di non rimandare più, di attuare, non solo di auspicare, il bene dei vostri figli, dei vostri cittadini, dei vostri Paesi, del nostro mondo. Siate voi gli artefici di una politica che dia risposte concrete e coese, dimostrando la nobiltà del ruolo che ricoprite, la dignità del servizio che svolgete».

Al fianco dell’impegno istituzionale della Chiesa figurano molteplici gruppi, movimenti e associazioni ecclesiali che con la preghiera e l’azione sostengono dal basso gli sforzi di papa Francesco. Il Movimento Laudato Si’ ne è un esempio, in prima linea nel promuovere il disinvestimento dai combustibili fossili e la messa in atto di una conversione ecologica integrale. Proprio in occasione della Cop28 il Movimento ha diffuso in tutto il mondo una raccolta firme a supporto di alcune richieste da inviare al Sultano Ahmed Al Jaber, presidente del summit: accelerare la transizione verso un’energia pulita e giusta, impegnarsi per accordi concreti e vincolanti, sviluppare e attuare un Trattato di Non Proliferazione dei Combustibili Fossili, abbracciare la dimensione umana e sociale, agire con urgenza.

All’interno del percorso di transizione energetica le parrocchie e le diocesi hanno un ruolo fondamentale: due anni fa la 49.ma Settimana Sociale dei cattolici italiani a Taranto ha segnato un momento significativo nel coinvolgimento della Chiesa in questo senso, mostrando concretamente in che modo ogni realtà ecclesiale può diventarne parte attiva. Delle quattro piste d’azione proposte nel documento finale della Settimana Sociale, due sono inerenti all’ambito energetico. Una di queste è l’invito alla finanza responsabile, con una graduale uscita dalle fonti fossili attraverso scelte carbon free nella gestione delle risorse economiche diocesane e parrocchiali. L’altra è un invito a costituire comunità energetiche rinnovabili (CER) con l’auspicio di un importante contributo (5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili) nel raggiungimento degli obiettivi nazionali. Le CER si costituiscono come soggetto giuridico autonomo, dotate di un proprio statuto, e i membri si definiscono prosumer (produttori e consumatori) o consumer (solo consumatori) e condividono “virtualmente” l’energia prodotta. È una forma partecipativa che promuove lo sviluppo, la produzione, il consumo e la condivisione di energia prodotta da fonti rinnovabili. Con il suo obiettivo di fornire benefici economici, sociali e ambientali al territorio in cui opera, il modello CER può potenzialmente incarnare i principi dell’ecologia integrale promossi da papa Francesco. Un’ecologia che riconosce l’interconnessione tra tutti gli elementi del creato e la responsabilità di recuperare l’equilibrio nelle relazioni tra uomo e creato in ogni ambito in cui l’essere umano opera. Le CER rispecchiano questi valori poiché non solo affrontano la crisi climatica, ma promuovono anche la giustizia sociale e la solidarietà, intervenendo sulle condizioni di povertà energetica nei territori e creando percorsi educativi comunitari per la promozione di nuovi stili di vita improntati sulla sobrietà.

A sostegno dei percorsi di costituzione di CER nelle parrocchie e nelle diocesi è nato il Tavolo Tecnico CEI per le comunità energetiche. Il Tavolo – composto da Caritas, Ufficio Edilizia di Culto, Ufficio Economato, Istituto Centrale Sostentamento Clero, Ufficio Giuridico, Ufficio per la pastorale della Salute, Ufficio Problemi Sociali – ha messo a disposizione un Servizio di orientamento che offre un supporto e fornisce strumenti e metodologie utili a compiere i primi passi.

Tutte le informazioni a riguardo si posso reperire sul sito tavoloenergia.chiesacattolica.it.

Il contributo della Chiesa alla transizione energetica risulta essere quindi multidimensionale, toccando aspetti politici, sociali, pratici, spirituali ed educativi, e promuove un approccio collaborativo per affrontare la sfida della sostenibilità energetica.

Miriam Resta-Corrado è laureata in Scienze ambientali, è collaboratrice del Tavolo Tecnico per le Comunità Energetiche presso la Conferenza episcopale italiana.

*Foto presa da Unsplash, immagini originali e licenza

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