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Libano: l'allarme dei vescovi maroniti per l'escalation della guerra in Medio Oriente

Libano: l'allarme dei vescovi maroniti per l'escalation della guerra in Medio Oriente

L’escalation della guerra in Medio Oriente ha già provocato nel sud del Libano «vittime e feriti tra gli abitanti della regione, nonché distruzioni massicce in diverse località, per non parlare dell'uso di bombe al fosforo che hanno bruciato spazi verdi». Lo rilevano i vescovi della Chiesa maronita in una lunga dichiarazione in 9 punti, diffusa il 3 gennaio (e fatta giungere all’agenzia Fides) a conclusione della riunione mensile nella sede patriarcale di Bkerké, sotto la presidenza del patriarca card. Béchara Boutros Raï.

L’escalation, denunciano i vescovi, ha già provocato nel sud del Libano «vittime e feriti tra gli abitanti della regione, nonché distruzioni massicce in diverse località, per non parlare dell'uso di bombe al fosforo che hanno bruciato spazi verdi», raggiungendo martedì 2 gennaio anche «la periferia meridionale di Beirut» (il riferimento è al missile che martedì ha ucciso, tra gli altri, il dirigente di Hamas Saleh el-Arouri».

I vescovi deplorano «le uccisioni, la distruzione e le violenze» perpetrate soprattutto «contro i civili nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania» da parte dell'esercito israeliano e dei coloni israeliani e chiedono «un cessate il fuoco definitivo», indispensabile per iniziare negoziati tra le parti coinvolte sulla base della cosiddetta «soluzione dei due Stati».

Constatando che il conflitto fra Israele e i palestinesi si sta estendendo nelle aree prossime al confine israelo-libanese, i vescovi maroniti chiedono agli «amici del Libano nel mondo» di «contribuire efficacemente all'attuazione della risoluzione 1701 (2006) del Consiglio di Sicurezza, che è l'unico modo per porre fine all'aggressione di Israele e per definire un quadro chiaro ed efficace per la pace nel Libano meridionale».

La dichiarazione dei vescovi maroniti non manca di rilanciare l’allarme sui problemi connessi con la forte presenza di profughi siriani sul territorio libanese. «Le perquisizioni effettuate dalle forze militari e di sicurezza», ricordano i Vescovi, «hanno dimostrato che gli sfollati sono in possesso di munizioni e armi sofisticate. Si tratta di una bomba a orologeria che rappresenta una vera e propria minaccia per i libanesi». Per questo le autorità nazionali e sovranazionali, è la sollecitazione dei vescovi, devono «prendere provvedimenti seri e adottare le misure diplomatiche e politiche necessarie per liberare il Libano da questo fardello che grava sulla sua demografia, sulla sua economia e sul suo equilibrio».

* Bkerké, sede del Patriarcato maronita. Foto di J.Hassoun tratta da Commons Wikimedia, immagine originale e licenza

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