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Milano: la diocesi sdogana la massoneria. Un seminario riunisce ecclesiastici e “gran maestri”

Milano: la diocesi sdogana la massoneria. Un seminario riunisce ecclesiastici e “gran maestri”

Tratto da: Adista Notizie n° 7 del 24/02/2024

 

41760 MILANO-ADISTA. Il GRIS – Gruppo di Ricerca e Informazione Socio-religiosa – è un’associazione privata di cattolici (il cui Statuto è stato approvato nel 1990 dalla Conferenza episcopale italiana), senza scopo di lucro, con sede a Bologna, costituitasi ufficialmente nel 1987 al fine – recita il sito internet dell’associazione – di «promuovere e svolgere la ricerca, lo studio e il discernimento, fornire informazione e consulenza sulle religioni, le sette e la fenomenologia a esse correlata, a livello culturale, religioso, scientifico e sociale»; curare la formazione di operatori sui temi cari all’associazione; occuparsi di approntare «gli strumenti pastorali, culturali, educativi, scientifici e sociali che permettano un opportuno, adeguato e documentato approccio» a questi temi; aiutare «quanti vivono una situazione problematica o di disagio causata dall’attività di aggregazioni o singole persone che operano in ambito religioso, parareligioso, spiritualista o magico».

Il 16 febbraio, a Milano, presso la Fondazione Culturale Ambrosianeum, il Gris ha organizzato un convegno su “Chiesa e massoneria”, per «far conoscere il pensiero di due realtà, Chiesa Cattolica e Massoneria, che sono state spesso in conflitto tra loro e su posizioni morali, spirituali e sociali non condivise». Le ragioni della massoneria sono illustrate, spiega il programma, «dai Gran Maestri delle tre obbedienze italiane più significative: Grande Oriente d'Italia (GOI) fondato il 20 giugno 1805; Gran Loggia d'Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori (GLDI-AUXM) fondata nel 1910 da un nucleo di massoni che in precedenza aveva lasciato il GOI; Gran Loggia Regolare d'Italia (GIRI) fondata il 17 aprile 1993 da alcune logge staccatesi dal COL. La posizione della Chiesa cattolica viene invece presentata da alcuni cattolici (un vescovo, un sacerdote e un laico) che già in altre occasioni hanno approfondito il tema del Seminario». Gli ecclesiastici sono il frate minore francescano p. Zbigniew Suchecki, (tra i massimi studiosi di massoneria all’interno della Chiesa), mons. Antonio Staglianò (presidente della Pontificia Accademia di Teologia) e il card. Francesco Coccopalmerio (presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi). È vero che Suchecki era stato chiamato a svolgere una relazione su “I pronunciamenti della Chiesa Cattolica sulla Massoneria” e Staglianò a spiegare “Le ragioni dell'inconciliabilità tra Chiesa Cattolica e Massoneria” (mentre Coccopalmerio era incaricato dei saluti conclusivi); resta però il fatto che un seminario in cui rappresentanti dell’istituzione ecclesiastica e vertici della massoneria si confrontino su come instaurare un possibile dialogo, per di più “benedetti” dall’arcivescovo di Milano in persona, il card. Mario Delpini, che ha rivolto il suo saluto iniziale ai partecipanti, è piuttosto strano. Anche perché è recentissimo il pronunciamento del Dicastero per la Dottrina della Fede, datato 13 novembre 2023, che dichiara inconciliabile la massoneria con la Chiesa. La nota, a firma del prefetto Victor Fernandéz e con l’approvazione di papa Francesco, era stata scritta in risposta alla richiesta di mons. Julito Cortes, vescovo di Dumanguete nelle Filippine che chiedeva «suggerimenti per fronteggiare adeguatamente tale realtà dal punto di vista pastorale, tenendo conto anche delle implicazioni dottrinali». Il dicastero vaticano ha ribadito che «l’iscrizione attiva alla massoneria da parte di un fedele è proibita, a causa dell’inconciliabilità tra dottrina cattolica e massoneria (cf. la Dichiarazione della Congregazione per la Dottrina della Fede del 1983 e le stesse Linee guida pubblicate dalla Conferenza episcopale del 2003)». Pertanto, chiariva la nota, «coloro che formalmente e consapevolmente sono iscritti a logge massoniche e hanno abbracciato i princìpi massonici, ricadono sotto le disposizioni presenti nella succitata Dichiarazione. Queste misure si applicano anche agli eventuali ecclesiastici iscritti alla massoneria». La Dichiarazione del 1983, firmata dall’allora card. Joseph Ratzinger e dal segretario della Congregazione Jérôme Hamer, approvata da Giovanni Paolo II, ribadiva che i cattolici iscritti alle logge massoniche sono «in stato di peccato grave e non possono accedere alla comunione». 

*Foto presa da Unsplash, immagine originale e licenza

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